Considerato tra i maggiori coreografi ed interpreti mondiali, il quarantasettenne Jones spiega che The Breathing Show potrebbe apparire come un voltare <<le spalle a molte delle cose che hanno costruito la mia reputazione>>, ma quello che vuole in questo momento è <<parlare di ciò che ritengo sia bello nel mio modo di danzare>>. La provocazione, la radicalità e l’impegno, che hanno contraddistinto la sua produzione artistica, ora, non riesce a trovarli nel lavoro. La rabbia – tanta – che sentiva dentro, gli è rimasta, ma è come se stesse cercando un compromesso tra la sua vita e la sua danza.
Nero, omosessuale e sieropositivo, Bill T. Jones con la nuova opera vuole invitare la gente ad entrare nel suo giardino, dove si incontrano piante e frutti molto speciali – dice – alla stregua della danza moderna, <<che è una forma d’arte esoterica>>.
Lo spettacolo, suddiviso in tre sezioni, si apre con una coreografia su quattro Lieder di Schubert, che Jones ha costruito seguendo un particolare percorso creativo. Dopo lo studio approfondito della musica ha iniziato ad improvvisare davanti ad una videocamera, successivamente ha ri-imparato i movimenti attraverso quelle stesse registrazioni. Questa modalità creativa diventa per Jones, che si dichiara interprete <<molto spontaneo>>, una sfida con se stesso. Ad ogni replica si deve costringere a trovare lo spirito e la forza per l’esecuzione di quei precisi movimenti.
In questo stesso modo è stata costruita la parte conclusiva dello spettacolo, “Gardening”, con la musica di Mozart (Divertimento in mi bemolle K. 563), un adagio che ritorna sulla metafora del giardinaggio: Jones ha coltivato per tutti questi anni la sua danza e la sua compagnia. <<Sia nella danza sia nel giardinaggio – afferma il danzatore – c’è un dialogo continuo con sé stessi>>.Oltre a brani di repertorio, The Breathing Show (con le luci di Robert Wierzel, la scenografia di Bjorn Amelan, i costumi di Liz Prince e le musiche originali di Daniel Roumain) comprende, tra l’altro, anche una proiezione, “Ghostcatching: a virtual dance installation”, che riproduce i movimenti coreografici di Jones ricostruiti al computer. <<E’ un tentativo – dice – di incontrare la tecnologia>>. (Per ulteriori informazioni su “Ghostcatching”: www.riverbed.com/ghostcatching.htm)
Dopo le due repliche romane, l’intera Bill T. Jones/Arnie Zane Dance Company sarà in scena al Teatro Lirico di Milano, dal 17 al 19 novembre, dove proporrà alcuni brani del suo repertorio.