Da qui inizia il percorso drammaturgico di Maffei e Fantini, con la statua della Madonna che confessa al sacrestano il desiderio di tornare a Sud. <<Abbiamo immaginato Lachrymae (semper dolens!) come un luogo dove si incrociano i dialetti di un Nord e di un Sud – dichiarano i due protagonisti – suoni di mondi diversi e voci di poeti, emersi dai nostri ricordi>>. Il dialogo tra i due personaggi diventa, così, occasione per evocare Pasolini, Morante, Rilke, Garcia Lorca, ai quali si aggiungono Alda Merini, Dacia Maraini, Carmen Yañez e la Bosnia di Nedzad Maksumic. Sono memorie che aggiungono alla sacralità della Madonna il suo essere madre e donna. Le storie narrate diventano, allora, testimonianza di dolori, di violenze, di massacri, che scava fino alle radici della sofferenza delle donne. Mentre lo Stabat Mater di Pergolesi si mescola alla musica popolare delle processioni mariane.
Lachrymae (semper dolens!) è in scena, in prima nazionale, al Teatro Zanon dal 14 al 23 dicembre, nell’ambito della programmazione “Contatto” curata da Css.