L’idea è di Loredana Putignani, regista di questo Terremare, che ha proposto l’incontro artistico ai reduci dell’esperienza del Cricot 2.Tra gli ultimi progetti di Neiwiller, Putignani ricorda quello di <<seguire le tracce degli attori del Cricot>>, dopo la morte di Kantor, ma in poco tempo anche la compagnia napoletana si ritrovava senza “maestro”. E proprio questa condizione di “orfanità” condivisa ha avvicinato i due gruppi.Per la costruzione di Terremare, che sarà in scena alla Sala Uno (gestita dal teatro di Roma) dal 14 al 23 gennaio, Putignani, ha seguito i testi di Samuel Beckett, ma senza rappresentarli. Quello che la regista cerca di far emergere nello spettacolo è <<un universo cellulare primario beckettiano>>. La scelta di lasciarsi guidare da questo filo rosso è risultata condivisa dagli attori polacchi come dagli italiani, anche se le due realtà che qui si incontrano sono state particolari e diverse tra loro. Diversità determinate da differenze generazionali e di lingua, che si ricongiungono nel vissuto di una medesima sorte, dalla quale è possibile ripartire alla ricerca di corrispondenze artistiche.

Avviato a Cracovia nella scorsa primavera, nella Galleria Krzystofory (già palcoscenico di Kantor), lo spettacolo, che ha debuttato al Mittelfest, è interpretato dai gemelli polacchi Leslaw e Waclaw Janicki (attori storici dell’ex Cricot 2 di Kantor) e dai napoletani Maurizio Bizzi, Salvatore Cantalupo e Giulio Ceraldi (allievi e attori di Neiwiller, fondatore, insieme a Mario Martone e Toni Servillo, di Teatri Uniti). “Terremare” (titolo che richiama gli antichi insediamenti nelle zone paludose) è prodotto da Teatri Uniti, in collaborazione con Mittelfest di Cividale del Friuli, Link Project di Bologna e Ministero della cultura e dell’arte di Polonia.