Bologna – Sono stati sollecitati ad interrogarsi sul ruolo della critica teatrale in Italia e in Europa e sulle modalità di trasmissione del sapere teatrale, oggi che la rete Internet sta frantumando nell’esistenza di molti le barriere della comunicazione, gli intervenuti al convegno organizzato a Bologna dalla rivista Art’o. In occasione dell’incontro, sostenuto da Bologna 2000 e dalla Comunità Europea, è stato lanciato anche il progetto “La rete delle scene” che Art’o svilupperà in collaborazione con Theater der Zeit, Ubu e Irish Theatre Magazine, tre riviste con sede rispettivamente a Berlino, Parigi e Dublino.
L’idea di Barbara Engelhard, Chantal Boiron, Maura O’Keeffe e Gianni Manzella è quella di creare una pubblicazione telematica di respiro europeo. Un’esigenza progettuale che ha impostato subito i discorsi dei partecipanti al convegno nei termini di una riflessione più generale sul senso del teatro, alla luce, appunto, dei cambiamenti determinati dalle nuove tecnologie.
Davanti al “problema” della comunicazione dell’esperienza teatrale – che è stato il tema dell’incontro – oggi, evidentemente, non si può prescindere da uno svolgimento che tenga conto delle potenzialità della rete Internet, ma anche delle sue connotazioni precipue. Sottolineiamo “potenzialità”, perché allo stato attuale sono ancora scarse, in particolare in Italia, le risorse sul teatro a disposizione dei navigatori. Ma qui il discorso si complica immediatamente: chi si arrogherà il diritto di “organizzare” l’informazione? Chi deciderà se un’informazione è “degna” di entrare in uno spazio organizzato e, quindi, più visibile? Così, allo stato attuale queste risorse atomizzate esprimono proprio l’utopia della rete, la sua democraticità. Il problema della loro diffusione, è il problema centrale, in particolare ora che istituzioni e grandi poteri economici si sono accorti della rete.
Il grosso merito che comunque va riconosciuto al direttore di Art’o, Gianni Manzella, è quello di aver avviato una discussione intorno a questi temi, che auspichiamo possa al più presto toccare anche l’economia di Internet. Per non morire soffocati tra le maglie di questa rete.