

Così è il libro: un percorso nello Jarry delle Albe, una sfida a mostrare la vitalità del teatro, indossando un “classico”, dell’avanguardia in questo caso, come un antenato totemico, valeadire trasformandolo in un compagno di viaggio, in un contemporaneo, in un compagno di un cammino di esplorazione di una realtà difficile, nella quale bisogna essere presenti con tutti se stessi e non solo con la testa.


Allora spicca l’originalità di questo libro, che lo inserisce in uno dei filoni più illustri e utili della pubblicistica teatrale. Non siamo di fronte a un “testo teatrale”, ma a un racconto di vita teatrale, come la Vita di Scaramuccia di Angelo Costantini, o La vocazione teatrale di Wilhelm Meister di Goethe, o uno di quei libri degli anni Settanta che raccontavano il cammino di un gruppo, di una compagnia. Appare uno spaccato di antropologia teatrale e di società, con domande che tutti dobbiamo farci, fondamentali. Raccontato senza erudizione o accademismi, in modo molto “asinino”, come scrivono le Albe citando Giordano Bruno e rifiutando ogni pedanteria.
Un’ultima annotazione: questo volume esce da Ubulibri nella collana “I nuovi Cahiers di teatro” (Lire 24.000). Ed è solo uno dei molti volumi che questa storica e valorosa casa ha mandato in libreria in questi mesi, riprendendo una presenza cospicua e quanto mai necessaria, offrendo strumenti insostituibili per la conoscenza del teatro d’oggi.