
Risultato: giornalisti e addetti ai lavori intervenuti alla presentazione della rassegna hanno dovuto cedere la Sala rossa del Campidoglio al primo cittadino e agli organizzatori del Gay Pride. Ci si augurava che il “sacrificio” portasse almeno il vantaggio di una rapida e soddisfacente (per tutte le parti) soluzione di una questione che fa molto discutere.
Non è stato così. La manifestazione non si tocca, ma di patrocinio non se ne parla. <<Come si può dare il patrocinio ad una manifestazione che non è stata autorizzata dalla prefettura e dalla questura?>> ha precisato il sindaco. L’assessore alla cultura Gianni Borgna, sebbene preso da molteplici impegni, ha voluto comunque partecipare alla presentazione di Garofano Verde: sia perché la rassegna, con le sue numerose edizioni, “accompagna” la giunta nel suo percorso, sia per fugare qualunque sospetto legato alle vicende delle quali si discute.
L’assessore ha spiegato i motivi per i quali il Comune ha revocato il patrocinio. La libertà di manifestare le proprie idee è un diritto garantito dalla Costituzione e l’amministrazione comunale intende assicurare lo svolgimento del raduno, autorizzando eventualmente anche il corteo. Non si discute, quindi, sul fatto che la manifestazione abbia luogo. Dare il patrocinio significa invece condividere contenuti e scopi dell’iniziativa, che oggi – a distanza di un anno dalla concessione – sono venuti meno. Il Comune – ha precisato Borgna – si trova quasi ad essere l’unica istituzione che difende il diritto degli omosessuali, visto che Provincia e Regione (per fare due esempi) desiderano che la manifestazione non venga organizzata. Nonostante ciò, l’amministrazione comunale si trova nel mirino.
Ma torniamo alla rassegna teatrale. L’ulteriore coincidenza con i fatti di cronaca – questa volta voluta e programmata – riguarda i contenuti delle opere che saranno rappresentate al Teatro Belli dal 2 giugno al 2 luglio. Il cartellone 2000 del “Garofano Verde”, infatti, che si svolge in un anno particolarmente significativo dal punto di vista religioso, si occupa di misteri di contorta fede laica, più che di facili patteggiamenti con la spiritualità, come ha precisato il direttore artistico Rodolfo di Giammarco. I personaggi che si avvicenderanno sul palcoscenico <<eroine gay di poemi indiscussi, sacerdoti gay di lacerate, ma obiettive realtà, icone gay di evangeliche fonti della nostra fede, artisti gay perseguitati o clandestini, personaggi gay assertivi>>.
La rassegna prende l’avvio da un capolavoro riscritto, Cyrana, da Emanuela Giordano (dal 2 al 7 giugno) con un intreccio nuovo e versi inediti: l’eroe di Rostand è una donna, che ha la capacità di rimanere tale pur amando un’altra donna, Rossana. Dal 9 al 13 giugno andrà in scena Mass appeal di Bill Davis, che mette a confronto due generazioni che convivono nello stesso ordine religioso. L’alibi di Dio, in programma dal 15 al 19 giugno, racconta la vicenda di un parroco di provincia, che cerca di annullare la propria omosessualità nell’espiazione, costretto a confessare il suo ex amico e compagno e a confrontarsi con lui. Il processo che determinò una svolta brusca nella vita intellettuale e sociale inglese, vero e proprio linciaggio nei confronti di Oscar Wilde, è stato ricostruito in Gross indecency di Moises Kaufman, in scena dal 21 al 25 giugno.
Chiuderà la rassegna Corpus Christi (27 giugno-2 luglio), in cui 13 attori giovani, amici da sempre, creano la storia di un ragazzo di Corpus Christi (cittadina del Texas) e di 12 uomini-ragazzi alla ricerca della verità.
Il 5-12-19 e 30 giugno sono in programma quattro letture-spettacolo: Il gestore, La figura nel quadro, Suzanne Lenglen e Che cos’è mai quest’amore?.