ROMA – La musica barocca, le voci, scenderanno “a pioggia” sull’ascoltatore, nella cornice di un’antica cattedrale marchigiana. Il luogo è quello giusto, perché la regione Marche ha dato i natali all’inventore della particolare tecnica policorale, che verrà riproposta nella seconda edizione del Festival “Cantar lontano”, che si terrà dal 16 al 18 giugno ad Ancona e dintorni.
Il pesarese Ignazio Donati, nel Seicento, ebbe l’idea di distribuire i cantanti all’interno della chiesa e di cambiarne il posto nel corso dell’esecuzione del brano di musica, per suscitare nell’ascoltatore, seduto al centro della cattedrale, un senso di stupore e di illusione.
Protagonisti del festival, dunque, sono la musica barocca, il canto, lo spazio, i luoghi nei quali il “cantar lontano” è nato e ha coinvolto le comunità ecclesiastiche fino ai primi anni dell’Ottocento. Organizzata dal Comune di Ancona, la rassegna si avvale della direzione artistica di Marco Mencoboni (organista, clavicembalista e ricercatore di musiche dimenticate del periodo barocco) e del patrocinio della Regione Marche, delle amministrazioni provinciali di Ancona e Ascoli Piceno, della Curia di Ancona. Per ogni giornata è previsto un doppio appuntamento: al concerto “centrale” se ne aggiunge uno “appartato”, in ora tarda.
Aprirà la rassegna, il 16 giugno, il concerto che si terrà nella Concattedrale di Osimo e che riporterà alla luce (in prima moderna), i Salmi Boscarecci di Ignazio Donati. A mezzanotte, nella chiesa di Santa Maria a Portonovo, sarà la volta della musica antica andalusa, riprodotta attraverso il salterio, uno strumento a corde antichissimo, che l’esecutrice e cantante Begoña Olavide ha imparato a suonare in Marocco.
Nel corso della rassegna sarà possibile ascoltare la musica prodotta dal serpentone, uno strumento rinascimentale che sosteneva il canto gregoriano e che attualmente è di rarissimo ascolto; sarà proposto da Michel Godard il 17 giugno nella chiesa di Amandola e il 18 giugno nel Santuario di Loreto, luogo nel quale verrà anche eseguito il repertorio della tradizione gregoriana nelle Marche, ricostruito grazie al ritrovamento di frammenti di pergamena utilizzati, nel ‘500 e nel ‘600, per rilegare volumi notarili.
Un convegno di studi dal titolo “Voci nello spazio, aspetti della prassi policorale in Italia tra il ‘600 e il ‘700”, in programma sabato 17 a Loreto, servirà a comprendere il motivo per il quale questa musica antica riesca tuttora a conservare una grande attualità.