Roma – “Non solo Ostia Antica, ma anche Ostia città”. Mario Martone vuole imprimere una certa svolta alla programmazione e anche alle modalità di fruizione di questa sorta di festival ambientato sul litorale romano, che per l’anno Duemila reca l’intestazione di “Incroci – Miti – Confini”. E vari dunque sono i luoghi per gli appuntamenti del cartellone di questa estate, non solo limitato al tradizionale Teatro Romano, cui è da aggiungere anche l’area degli scavi archeologici e, come già detto, spazi inusuali in via di recupero. Il più interessante di tutti è quello della Mensa dell’ex Colonia della Scuola Vittorio Emanuele III che sarà teatro, dal 26 luglio al 5 agosto, di Migrare, scene da una mensa, di Italo Spinelli, il quale, a partire da un testo di Arnold Wesker, La cucina, ha condotto vari mesi di laboratorio proprio nella mensa, coinvolgendo, oltre ad attori professionisti, coloro che la mensa quotidianamente frequentano: immigrati, senzatetto, disoccupati.
Alla conferenza stampa di presentazione di “Ostia Antica Duemila”, che si è tenuta presso il Teatro India, era presente anche l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna, che ha spiegato come le manifestazioni di Ostia siano largamente finanziate proprio dal Comune (il tutto comunque resta sotto la direzione del Teatro di Roma e dunque di Martone), e come gli investimenti siano stati incrementati rispetto al passato. Infine l’annuncio di un nuovo spazio teatrale, che sarà terminato entro l’anno, con una capienza di circa trecento posti, realizzato proprio all’interno dell’ex Colonia della Scuola Vittorio Emanuele III.
In attesa della nuova struttura permanente, “Ostia Antica Duemila” non rinuncia allo spazio del Teatro Romano, che ha già visto la partecipazione, il 9 luglio, della Michael Nyman Band, autore famoso di musica da concerto e di partiture per il grande schermo, con un programma che comprendeva, in prima nazionale, The Commissar Vanishes, opera multimediale basata sull’omonimo libro di David King dedicato alla manipolazione di immagini in epoca stalinista. Sulla scia di musica e cinema, nella stessa sede, il 13 luglio, Nicola Piovani, con Concerto fotogramma, riflessione fra sequenze musicali e immagini cui le prime sono legate. Il 16 luglio si continua con Kodò, il battito del cuore: performance di musica tradizionale giapponese e, ancora nel Teatro Antico, il 20 e 21 luglio, il Come vi piace di Shakespeare con la regia di Giancarlo Nanni e la presenza in scena di Manuela Kustermann. Si tratta di un ripescaggio di un vecchio (ma non troppo) allestimento di Nanni. Sitar – Guitar (22 luglio) è un incontro di maestri orientali di sitar e chitarristi acustici occidentali; uno schermo cinematografico permetterà di assistere, sempre al Teatro Romano, il 26 luglio, alla proiezione de Il fantasma dell’opera (1925, regia di Rupert Julian) con la colonna sonora, parzialmente dal vivo, del Consorzio Suonatori Indipendenti: il che è la riproposta esatta di un’operazione di successo che fu allestita anni fa al Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale. Incerta invece la proiezione di Carmen Jones (1954, regia di Otto Preminger) per l’indisponibilità della copia. In generale, comunque, è ancora il Teatro Romano a dominare negli spazi di quest’anno: a seguire (27 luglio) troviamo Tango d’amore e coltelli, uno spettacolo – concerto con la partecipazione di Alessandro Haber; Il formaggio e i vermi (1° agosto), una produzione Mittelfest nata dalla collaborazione di Cesare Garboli, Carlo Ginzburg e Giorgio Pressburger; Fenicie da Euripide (4 agosto), una produzione del Teatro Settimo di Torino; Il Persiano di Plauto (5 agosto), allestito da un giovane gruppo italiano, La bottega del pane (sono passati anche a “Maggio cercando i teatri”). Poi Lina Sastri in concerto (8 agosto); Arda Viraf Namag, musica e canti tradizionali iraniani sotto la direzione di Shahroo Kheradmand (la quale è la direttrice della romana Sala 1). A conclusione, il 20 agosto, un concerto di Diamanda Galas, figura culto fra sperimentazione e hard rock.
E non bisogna dimenticare il lido di Ostia, con la riproposta di Tragedia a mmare di Alfonso Santagata, già allestita l’anno scorso (dal 15 al 23 luglio), né l’area degli scavi archeologici, con l’interessante intervento del Teatro del Lemming (per un centinaio di spettatori) dal titolo Odisseo, musicato e diretto da Massimo Munaro (16 – 18 agosto).
Insomma, ad un primo sguardo, qualcosa sta muovendosi anche per Ostia Antica, che comunque non volta certo le spalle al pubblico più tradizionale, mentre timidamente si avvia alla scoperta di soluzioni alternative. (F.Be.)