

Complessivamente, questo Migrare lascia favorevolmente impressionati: Spinelli ha lavorato, e lavorato bene, con gli attori per vari mesi. La forza dell’allestimento sta dunque in una potenza di gruppo esposta con efficacia; ma anche in una confezione accurata, non fosse altro per l’originalità del luogo che scivola da una dimensione “storica”, quella della colonia reale, a un allestimento di fiction che però è carico di vita e tensioni. Una nota anche per l’illuminazione di Stefano Pagnotti, capace di seguire quella comunità con le luci di un’alba illividita ma anche con il più cupo clima di una sera che meglio pare invitare all’emergere dei drammi individuali.
E’ ancora da ricordare, come ha dichiarato Gianni Borgna, assessore alle Politiche culturali del Comune di Roma, che entro l’anno, proprio all’interno dell’edificio dell’ex Colonia sorgerà un teatro da circa trecento posti.