
Sono una ventina e di un’età compresa tra i 24 ai 30 anni, gli attori che ora si preparano per una prova che durerà l’intera giornata. Vengono da Francia, Portogallo, Belgio, Italia. Hanno tutti alle spalle un’esperienza diversa. Qualcuno ha già lavorato su palcoscenici importanti. Per altri questo è il primo incontro con uno dei nomi eccellenti della scena europea. Precisa Nekrosius: <<In genere sono molto esigente. Sia quando lavoro con la mia compagnia, sia con questi ragazzi. La prima regola per un attore è di avere molte pretese. Nei propri confronti, intendo. Non accontentarsi mai. In questa professione non si possono fare le cose a metà. Si rischia di non fare niente>>.
Girandole colorate di rosso, di giallo, d’azzurro ruotano adesso al vento di un ventilatore. Appoggiati a terra, abbaglianti nei loro riflessi di zinco, venti secchi pieni d’acqua delimitano un’idea di lago. Si sentono le grida dei gabbiani e il profumo degli addii. Un uomo si distende lentamente sopra i secchi, come se si distendesse sulla riva. Una donna lo imita, poi un’altra ancora. Lunghi gesti di saluto. Qualcuno parte, qualcuno resta. La scena chiude il terzo atto del Gabbiano. Lo spazio di lavoro è una grande sala prove al terzo piano di bel palazzo appena restaurato, non lontano dalle colline friulane.

<<Perché torno ancora una volta a Cechov? Perché è piacevole e divertente. Finché vivo ci tornerò sempre>>. Nekrosius lo fa con la stessa precisione e la stessa sensibilità con cui torna sulla musica. Come La forza del destino verdiana scandiva Amleto, come Ciajkovskij ossessionava Otello, qui è il pianoforte di Chopin che fa da chiave al diagramma degli incontri e delle separazioni tracciato da Cechov. Un notturno e altri piccoli pezzi in gara con lo stridio dei gabbiani. Una cadenza discorde nel continuo flusso dei suoni. E’ vero, Nekrosius, che nella prossima stagione curerà la regia di un’opera? Si parla di un Macbeth di Verdi per il Maggio Musicale Fiorentino. <<La musica mi piace molto, la amo. Ma su questo progetto non vorrei dire niente. Sono certo stato incauto nel confessarlo a qualcuno. E’ anche per questo che tengo le distanze, soprattutto coi giornalisti>>.

Gli allievi della nona edizione dell’Ecole des Maîtres, condotta da Eimuntas Nekrosius, sono Hélène Bosh (Francia), Xavier Brossard (Francia), Bénédicte Chabot (Belgio), Vanessa Compagnucci (Italia), Ana Isabel Dinis (Portogallo), Ana Margarida Faria (Portogallo), Hala Ghosn (Francia), Pia Lancillotti (Italia), Sylvie Landuyf (Belgio), Alberto Martinez-Guinaldo (Belgio), Paolo Mazzarelli (Italia), Caroline Michel (Francia), Laura Nardi (Italia), Stephane Oertli (Belgio), Amândio José Pinheiro (Portogallo), Sabine Revillet (Francia), Alessandro Riceci (Italia), Mélanie Rullier (Belgio), Fausto Russo Alesi (Italia), Pedro Alexandre Saavedra (Portogallo), Christophe Sermet (Belgio).