UN’OFFICINA CREATIVA NEL TEATRO PIU’ PICCOLO DEL MONDO

a1n20pic1Montecastello di Vibio (PG) – E’ partito con la diffusione del bando del I Concorso Nazionale Canovaccio il progetto del laboratorio collettivo Officina Autori Drammatici, organizzato per promuovere la drammaturgia italiana contemporanea. Nei mesi scorsi, autori under 40 sono stati invitati a presentare un “canovaccio” di trenta righe su alcuni temi precisi (i rapporti dell’uomo con la società del proprio tempo; i valori umani e le nuove tecnologie; la tradizione e la terra; il mondo nelle frontiere aperte; lo sport: scuola di vita) da articolare successivamente in testi teatrali. Tra le innumerevoli proposte, una commissione presieduta da Aldo Nicolaj ha selezionato le tracce di nove autori i quali, coadiuvati da Gianni Guardigli, hanno sviluppato e messo a punto le loro opere in un casale immerso nel verde della campagna umbra, lavorando gomito a gomito durante l’intero mese di giugno. Il risultato, otto drammi inediti (un testo è stato scritto a quattro mani) e mai rappresentati, sarà offerto al pubblico fino al 2 settembre prossimo nel Teatro della Concordia di Montecastello di Vibio nell’ambito della rassegna Villaggio Teatro Umbria Festival, curata dalle associazioni Marte 2010 e Città Ideale. Agli autori scelti, infatti, non solo è stata data l’opportunità di ritrovarsi in una sorta di “arcadia della drammaturgia” dove ciascuno ha potuto dedicarsi a tempo pieno alla propria creazione artistica, ma anche l’occasione straordinaria di realizzare la messinscena delle opere attraverso la costruzione di un percorso che dalla pagina scritta giunge fino al palcoscenico. Il laboratorio ha assunto la fisionomia di una “bottega d’arte” e i giovani partecipanti hanno sperimentato un modo nuovo di produrre spettacoli: dal nucleo primario del testo sono arrivati alla sua realizzazione finale, confrontandosi con i colleghi autori, registi, attori e discutendo con loro su contenuti e forme, tecniche drammaturgiche e linguaggi espressivi. Così, nel suggestivo scenario del Teatro della Concordia – il più piccolo teatro del mondo inaugurato nel 1808 e intitolato proprio a quella “concordia tra i popoli” che si auspicava in Europa dopo la Rivoluzione Francese – si sono alternati i lavori di Cesare Belsito (Assuntina e Amedeo), Massimo Di Francesco e Simone Duani (Return), Mario Gelardi (Un uomo d’onore), Giancarlo Loffarelli (Confessioni), Andrej Longo (La luce dei lampioni), Andrea Monti (Siamo tutto malati), Massimo Stinco (Helly) e Alessandro Varani (Quadrato del margine). Spettacoli animati da stili diversi che narrano storie calate nel mondo virtuale delle chat line (Return) e avvolte dalla moderna ossessione tecnologica per computer, cellulari, videocamere e hi-fi (Helly); vicende di solitudine ambientate in un carcere (Un uomo d’onore), fra le mura domestiche (Assuntina e Amedeo) o nella periferia disagiata di una anonima metropoli europea (La luce dei lampioni); racconti che hanno come sfondo la società alienata del nuovo millennio (Confessioni), la stanza asettica di un ospedale (Siamo tutti malati), un limbo senza confini spazio-temporali in cui tutto può accadere (Quadrato del margine). Pièce, insomma, popolate da una fitta schiera di anti-eroi, uomini e donne spesso senza nome, alla disperata ricerca di un’identità e immersi in contesti claustrofobici, a loro stessi estranei, dove la scissione Io-Mondo impedisce il naturale dialogo fra i personaggi.
Nella giornata conclusiva della rassegna, i temi trattati nelle singole opere saranno oggetto di discussione per gli autori e numerosi esponenti del mondo teatrale chiamati a mettere a fuoco aspetti e problematiche della drammaturgia italiana contemporanea. Un appuntamento che rafforza il valore culturale dell’iniziativa e corona almeno tre grandi obiettivi raggiunti dai promotori: aver costituito un’”officina creativa” per giovani artisti; aver restituito al teatro il ruolo primigenio di un’arte capace di aggregare e di favorire la comunicazione intersoggettiva; aver contribuito a far conoscere ad un pubblico più vasto la sala della Concordia, riaperta soltanto nel 1993 dopo sette anni di lavori. Sostenuto da un contributo della Comunità Europea, il restauro ha riportato alla luce la struttura lignea originale del teatro, i suoi novantanove posti tra palchi e platea e gli affreschi del pittore Luigi Agretti non più visibili dal 1951 quando lo spazio di Montecastello – un vero gioiello dell’architettura teatrale dell’Ottocento – venne chiuso per inagibilità.