Milano – <<Pensionate al minimo elevate a presidentesse, squallidi frequentatori in sovrappeso di una bettola inscenano un sacrificio dell’ultima borghesia, miserrimi condomini vivono lo sterminio a opera di un’anziana vendicatrice>>. Così, scrive Roberto Menin nell’introduzione a Werner Schwab – Drammi fecali, il prezioso volumetto edito da Ubulibri che per la prima volta consegna al lettore italiano gli acidi testi teatrali dell’autore austriaco, in particolare, Le presidentesse, Sovrappeso, insignificante: informe e Sterminio.
Morto a 35 anni per overdose alcolica, nel 1994, dopo una vita di “eccessi” fisici e intellettuali, Schwab raggiunge la notorietà all’inizio degli anni Novanta, quando i suoi primi testi vengono rappresentati a Monaco e alla Schauspielhaus di Vienna. Sulle scene italiane arriva, invece, solo ora: si è ascoltata la versione radiofonica (adattata da Cherif che ne ha curato la regia, sulla traduzione di Umberto Gandini), su Radio 3 Rai, de Le presidentesse e si è visto l’allestimento di Sovrappeso, insignificante: informe diretto da Werner Waas (alla Sala Uno del Teatro di Roma, traduzione di Sonia Antinori).
Ascrivibile nella tradizione austriaca di “autori maledetti”, Schwab, dopo un’infanzia difficile a Graz, gli studi all’Accademia di Belle Arti, tra passione per l’hard rock e la performing art, approda a una scrittura teatrale che sembra specchio della sua profonda sofferenza, di mente e corpo. I personaggi che animano i suoi testi sono paradossali e capaci di ogni mostruosità. Parlano una lingua schwabiana che <<corre sul limitare tra poesia e follia>> – scrive Menin, spiegando che questa lingua si trova <<a metà strada tra linguaggio burocratico, che insiste sulle perifrasi senza arrivare mai al sodo, espressioni gergali di estrazione popolare e un autentico terremoto di metafore che lo scardinano>>. Del resto, sottolinea ancora Menin nell’introduzione <<l’autore ci aveva avvertiti sulla natura puramente linguistica delle avventure e delle sofferenze dei suoi personaggi>>.
Oltre ai tre testi e all’introduzione, il volume curato da Menin, riporta nella postfazione, “Il segreto del bugiardo”, una nota biografica di Schwab scritta dalla traduttrice Sonia Antinori.