Cividale del Friuli (UD) – <<Lo spazio crea confini, impone steccati, sottolinea le differenze. Per questo, quando mi è stata affidata la direzione artistica del MittelFest, ho pensato al tempo>>. Con una lode del tempo, Moni Ovadia ha annunciato le date della 13ª edizione del festival di prosa, musica, danza, poesia e marionette che si svolgerà dal 17 al 25 luglio in Friuli, a Cividale. Indicato come responsabile artistico, dopo 12 anni in cui a pilotare il programma è stato lo scrittore e regista Giorgio Pressburger, Ovadia ha voluto che non ci fosse discontinuità tra il carattere del festival, che fino all’anno scorso puntava a una ricognizione su quanto avviene di teatralmente e musicalmente valido nei Paesi dell’Europa Centrale, e l’impulso che verrà dalla sua nuova direzione (triennale, almeno nelle intenzioni). <<Io e Giorgio apparteniamo alla stessa linea d’ombra, alla stessa storia, veniamo dalle stesse fibre>>, ha detto Ovadia, originario come si sa della Bulgaria, così come Pressburger è nato in Ungheria.
<<Perché non è lo spazio, ma la dimensione del tempo quella che meglio accoglie e esprime la vera natura e la vera essenza dell’uomo>>. Questa dunque l’impronta della edizione 2004 del festival che tradizionalmente apre le porte agli spettacoli dal vivo provenienti dalla MittelEuropa e si intitola quest’anno Il tempo. Le voci. Anche perché saranno le voci mitteleuropee di Albert Einstein, Franz Kafka, Martin Heidegger a scandire l’apertura della manifestazione, sabato 17 luglio.
Per il momento inaugurale Ovadia ha pensato una performance simbolica. Per Il tempo dei tempi, una pedana inclinata accoglierà dodici leggii, come i dodici numeri dell’orologio. Ogni leggio sarà una stazione da dove Ovadia, il violinista Pavel Vernikov e il percussionista Danilo Grassi proporranno riflessioni (quelle dei tre grandi appena citati) e poi letture, canti, storielle. Insomma, le pillole di saggezza colta e popolare di cui Ovadia in questi anni è stato il grande divulgatore.
A questo stile di intrattenimento – che mescola nostalgia, umorismo, dolore della testimonianza, ironia e felicità della musica – si intona l’intero cartellone, di cui sono state anticipate le proposte più attrattive.
Ci si avventura nelle nicchie ancora inesplorate della danza mitteleuropea (Studio Tanca è la compagnia slovacca che presenta Sectio – Mirakulos, il 24 luglio, mentre Andrea Ladanyi è un esponente della nuova coreografia ungherese, con Tutyila, il 25 luglio), ma si punta anche al cielo. Presenza autorevole, al debutto di scena, l’astronoma Margherita Hack sarà autrice e interprete per caso di Variazioni sul cielo (23 luglio), lo spettacolo-installazione coordinato dal video-artista Fabio Massimo Iaquone.
Altrettanto stellare la presenza di alcune voci. Quella per esempio di Valja Balkanska (in concerto il 23 luglio). Con la sua Rhodope song, la cantante bulgara è il simbolo musicale del proprio Paese. Un suo brano è stato inserito, con altre 27 partiture musicali, nel pacchetto umano della sonda spaziale Voyager, lanciata nel 1977 per offrire ad eventuali intelligenze extraterrestri una sorta di spaccato delle nostre culture. Stesso ordine di grandezza per il concerto di Soeur Marie Keyrouz (21 luglio), la religiosa-cantante libanese diventata popolare in Europa per la particolare timbrica e il repertorio che condivide con le consorelle della Congregation des Soeurs basiliennes (coltivano sia il canto monodico occidentale sia quello bizantino, e cantano in arabo, siriaco, greco, armeno, aramaico e italiano).
Un ulteriore richiamo è la presenza (il 24 e il 25 luglio, ma spostata al teatro di Udine, per problemi di capienza) del Wuppertal Tanztheater di Pina Bausch con Kontakthof mit Damen und Herren ab 65, visto in Italia soltanto a Ferrara: un pezzo classico del teatro-danza, ideato dalla coreografa tedesca nel 1978, viene ora rivisitato da un dirompente cast di interpreti, tutti sopra i 65 anni.
Sono circa una quarantina gli spettacoli previsti fino al 25 luglio a Cividale. Nel cartellone teatrale vanno segnalati almeno il debutto di Salamagundi (19 luglio, nuovo lavoro di Marco Martinelli per le Albe) e quello di Il rabbino di Venezia, un testo di Giorgio Pressburger, menzione al Premio Riccione 2001, con il suo straordinario finale chassidico. E poi la ripresa di Bent (di Martin Sherman, 22 luglio) il Kinder-Traum Seminar di Enzo Moscato (18 luglio), un nuovo studio di Alessandro Berti e Michela Lucenti della Compagnia Teatrale Nomade L’Impasto (Cantiere West, 22 luglio). La ballata di Franz (da Berliner Alexanderplatz di Döblin, con musiche di Alfredo Lacosegliaz per la Corte Ospitale, 19 luglio) e il ritorno del regista sloveno Tomaz Pandur impegnato in un personale approfondimento attorno a I Fratelli Karamazov (Onehundred Minutes, 20 luglio).
Affollato anche il panorama dei musicisti, con numerosi ospiti che si alterneranno accanto al presenzialista padrone di casa Ovadia. Dal compositore italiano Fabio Vacchi al suo collega russo Anton Rosemblat, che ha ideato il rutilante Concerto finale (il 25 luglio). Da Carlo Boccadoro alla cantante Lee Colbert, fino alla animata presenza dell’Yiddish Theatre of Tel Aviv, la compagnia teatrale e musicale israeliana che ha in programma due allestimenti in forma di musical: Gebirtig (20 luglio, sui personaggi creati dall’ultimo trovatore del Novecento, Mordechai Gebirtig) e The Parry Sister (21 luglio, parabola con canzonette sull’emigrazione ebraica in America e sull’integrazione).