Roma – Crescono collaborazioni e partecipazioni, la sezione teatro delle Orestiadi di Gibellina diventa ogni anno più ricca di eventi e di progettualità. Presentata a Roma, l’edizione 2004 è tutta da seguire con attenzione e dedizione, le stesse che sembra abbiano guidato le scelte del direttore Gianfranco Capitta. Ma l’aspetto che maggiormente connota il programma di Gibellina è quel suo porsi come elemento aggregante, capace di attirare le migliori forze produttive italiane ed extra italiane, dal festival di Avignone alla Biennale di Venezia, da Emilia Romagna Teatro al Mercadante di Napoli, e, ancora, il Metastasio di Prato, i Teatro di Roma, di Brescia, delle Marche. Capitta ha convogliato verso Gibellina un teatro sensibile al nostro presente e pronto a rischiare su produzioni scomode e anticommerciali.
Anche quest’anno il programma si snoda su due tranche, tra la fine di giugno e metà luglio e a fine settembre. Per l’inaugurazione (29 giugno – 3 luglio) torna sul Cretto di Burri Pippo Delbono, con l’anteprima del suo nuovo lavoro, Urlo, che sarà ad Avignone dal 13 al 21 luglio. Uno spettacolo ideato per una compagnia “allargata”, accanto agli storici compagni di Delbono figurano Umberto Orsini, Giovanna Marini e la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Con questa inedita coesione Pippo Delbono affronta il tema del potere nelle sue molteplici forme, mescolando linguaggi, esperienze artistiche e di vita.
Il secondo appuntamento in programma (il 4 luglio) è un omaggio a Leopold Sedar Senghor (considerato tra gli intellettuali più attivi nella rinascita culturale e politica africana; presidente del Senegal dal 1960 al 1980, Senghor è stato un raffinato poeta di lingua francese; è morto in Francia nel 2001), dal titolo Ostie nere, un concerto recital con installazioni di Moussa Traore, a cura di Massimo Luconi (un progetto del Teatro Metastasio). Nei giorni precedenti (dal 29 giugno al 3 luglio) Moussa Traore, artista visivo senegalese, ambientalista e pacifista che provocatoriamente lavora con materiali di scarto recuperati nelle discariche, terrà un workshop al Baglio di Stefano.
E l’Africa declinata accanto a Pier Paolo Pasolini (in particolare ai suoi Appunti per un’Orestiade africana) sono i due pilastri individuati da Capitta già per la passata edizione delle Orestiadi, quando con Agamennone del regista ispanoargentino Rodrigo García ha preso avvio la trilogia eschilea, che inaugurò – e della quale conservò il nome – agli inizi degli anni Ottanta, l’attività teatrale nella Gibellina rinata dopo il terremoto del 1968. Trilogia che quest’anno si completerà attraverso l’importante collaborazione della Biennale veneziana di Massimo Castri con l’allestimento di Coefore, regia di Monica Conti, e Eumenidi Gentler del regista statunitense Caden Manson (con il suo Big Art Group, ha portato in Italia l’estate scorsa Flicker, vedi Tuttoteatro anno IV, n. 37). I due spettacoli, a settembre, saranno presentati in anteprima assoluta a Venezia, rispettivamente, il 17 e il 18 e il 19 e il 20 (mentre Agamennone sarà riproposto il 16 e il 17). Dopo le repliche veneziane i due allestimenti saranno a Gibellina (Coefore all’Auditorium, il 24 e il 25, e Eumenidi all’Agorà, il 27 e il 28).
Nella tranche di luglio sono il programma anche i due monologhi dell’autore-attore palermitano Davide Enia Italia-Brasile 3 a 2 e Maggio ’43 (al Baglio di Stefano, il 10 e l’11).