Il volume presenta un approccio al testo shakespeariano in quanto copione, volendo recuperarne gli aspetti teatrali e allo stesso tempo ricostruire il contesto delle pratiche spettacolari e sociali che lo ha generato. Non il libro di uno studioso e di un letterato, ma di un teatrante, che si avvicina al testo con lo scopo di metterlo in scena, e che, come un apprendista artigiano, ha bisogno di smontarlo come un giocattolo nelle sue parti costitutive, per scoprirne le meccaniche di funzionamento.
Al testo della traduzione è associato un Breviario, sorta di guida per il viaggio che, tramite un elenco alfabetico di Voci, fornisce spunti di approfondimento e chiavi di lettura dei suoi significati. Note a piè di pagina nella traduzione rimandano di continuo al Breviario, ma i due testi sono autonomi e pensati anche per una fruizione separata, il lettore può scegliere di leggere prima la commedia e poi il Breviario, o viceversa, o anche di saltellare durante la lettura dall’uno all’altro.
Il libro è arricchito da alcuni contributi critici che mirano ad inquadrare l’attività artistica di Massimiliano Civica, oltre alla lunga intervista al regista di Attilio Scarpellini, il volume propone un saggio sulle sue produzioni precedenti di Antonio Audino e una postfazione di Paolo Ruffini.