Premio Tuttoteatro.com “Renato Nicolini” 2019 – VI edizione
la giuria lo assegna all’unanimità
a Mimmo Borrelli
Motivazione
È un artista che ha saputo farsi conoscere e apprezzare solo con le proprie forze.
Con spettacoli duri e affascinanti, in una lingua che affonda le radici nelle solfatare attorno a Pozzuoli, ma di cui ognuno può cogliere il senso e la visionarietà (finalmente in dimensione kolossal con La cupa).
Si è fatto conoscere e apprezzare con spettacoli dove una forte e musicale teatralità raccontava in maniera cruda (quasi in senso, letterale e critico, “mitologica”) dubbi e sentimenti e forza e consapevolezza di una nuova generazione a sud del mondo. Riuscendo perfino a narrare, dietro lo schermo del mito appunto, le nefandezze e i rapporti interni della criminalità organizzata. E riuscendo tra poesia e teatro a fare progetto politico e sociale di una ritrovata consapevolezza, linguistica e politica.
Sulle tavole del palcoscenico è riuscito a portare la voce (fino a quel momento “senza corpo”) di Roberto Saviano al Piccolo di Milano. Così come ha portato il pubblico del teatro (suo e dei suoi collaboratori e amici) sui pendii sdirupati e le erbacce languenti della terra sua d’origine, inventando il festival più povero forse di danari, quanto ricco di suggestioni ed emozioni (Efestoval), che di quella terra ribollente di bullicame e sofferenza fa un punto forte di rinascita e battaglia culturale, per tutti.
MIMMO BORRELLI
Mimmo Borrelli nasce a Napoli il 7 maggio 1979, ma le sue origini sono a Torregaveta, epicentro dei Campi Flegrei. Attore, poeta, regista, si avvicina alla scrittura con il suo insegnante di italiano e latino, Ernesto Salemme. A 15 anni, da autodidatta studia drammaturgia. Dai 18 anni intesse collaborazioni con il teatrale napoletano e non (F. Branciaroli, A. Ferrante, M. Honorato, N. Mascia D. Iodice, C. Longhi, M. Santella, C. Cerciello, P. Trampetti e con lo Stabile di Torino).
Frequenta per un anno l’Accademia di Teatro di Napoli, entra nella Compagnia degli Sbuffi di Castellammare di Stabia, intrecciando esperienze di cantante-attore con il teatro di figura di strada, Pupi napoletani e guarattelle, e conseguendo la sua “praticale formazione”.
’Nzularchia è del 2005 (Premio Riccione, tradotta in Francia da Jean Paul Manganaro) e nel 2007, ’A Sciaveca, regia di D. Iodice, vince il Premio Tondelli, e nel 2011 Ubulibri di F. Quadri li pubblica. Nel 2010 con un cameo scritto e interpretato nel film Mozzarella Stories di Edoardo De Angelis, approda al cinema. Inizia come regista con La Madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma (Premio Testori, 2013). Nel 2012 apre la stagione del San Carlo di Napoli con la sua opera-poema Napucalisse, musiche di Giorgio Battistelli, mentre T. Servillo lo inserisce nel suo reading accanto ad autori che hanno fatto la storia del teatro italiano (Di Giacomo, Bovio, Russo, Viviani, De Filippo). Nel 2014 va al Piccolo di Milano e a La Colline di Parigi con Malacrescita. E avvia seminari e ricerche antropologiche presso la Chiesa “Santa Maria delle Anime del Purgatorio”, delle “capuzzelle”, dove nasce Opera Pezzentella. Nel 2015 nasce Efestoval. Nel 2017 alla Mostra del Cinema di Venezia arriva in concorso L’equilibrio di Vincenzo Marra, e vince il Premio Nuovo Imaie come miglior attore emergente. Considerato uno dei capolavori del teatro napoletano (Premio Ubu e Hytrio), La cupa è del 2018.