Amore e informazioni
Collettivo amore e informazioni – Milano
regia Marina Laura Bianchi
con Corinna Agustoni, Mauro Barbiero, Elena Callegari
costumi e oggetti di scena Giada Masi
sound designer Andrea Petrillo
tecnico luci Jemina Zeller
video promo Teodoro Zeller-Celso
Testo di Caryl Churchill, oltre 50 scene in cui brandelli di conversazioni a volte di fulminante brevità, a volte di ponderosa gravezza veicolano informazioni che tessono ragnatele di relazioni amorose fra i vari personaggi, dei quali non si sa nulla se non ciò che si scopre in quel momento. Ecco allora sfilare donne, uomini, bambini, vecchi matematici, scienziati pazzi, filosofi escatologici, oggetti del desiderio, ma anche gente comune, parrucchieri, cani, lumache, polli, che raccontano la loro fame di amore attraverso frammenti di dialoghi di cui non si conosce l’inizio né si saprà la fine. Perché Churchill distrugge il teatro per ricavarne una forma nuova che è formula di libertà lasciata agli interpreti di scompaginare la sequenza delle scene, di inserire azioni a caso, di starsene in silenzio. Tutto ciò prevede l’impiego di almeno una ventina di attori ma noi lo abbiamo previsto per tre con l’aiuto di due sedie e un cumulo di oggetti, maschere, parrucche. occhiali, copricapi.
Il Collettivo Amore e informazioni nasce nella primavera del 2021, nei mesi in cui l’amore era sospeso, lo si praticava con diffidenza poiché per la seconda volta (o forse terza, se ne è già perso un po’ il conto) i nostri corpi e le nostre menti erano in preda a un timore diffuso, impegnati a schivare un morbo che ci circondava e avrebbe potuto colpirci, rischiando di farci molto male. In quegli stessi mesi le informazioni erano ancora una volta sorprendenti, riferivano una realtà di cui avevamo già sentito parlare, di cui non avremmo più voluto sentire parlare, ma che invece stava ancora lì. Fuori, nelle strade, nelle piazze, nei luoghi in cui fino a poco tempo prima si erano svolte le nostre vite. Un giorno però sentimmo che era arrivato il momento di ricominciare a parlare d’amore, di ritornare a passarsi informazioni sull’amore, di riprendere ad amare noi stessi e il lavoro che avevamo fatto fino a qualche mese prima, di sostituire informazioni ormai logorate dalla ripetizione con informazioni su di noi, sui nostri rapporti, sulle nostre dinamiche. Così due attrici di lunga esperienza, un mimo-danzatore melomane, una regista di lirica, una costumista impegnata nello studio del francese, un cultore di musica pop, un giovane uomo che fa video con il cellulare si sono riuniti per informarsi l’un l’altro di quanto amavano il loro lavoro e di quanto sentivano il bisogno di farlo. Clandestini, in spazi angusti, in luoghi più ampi hanno studiato e dato forma alle parole di un’autrice che amano profondamente per come sia in grado di svelare la fragile, resistente composizione dell’animo umano in poche battute, in scarne informazioni. Grazie a lei, abbiamo ritrovato il piacere di stare in scena, anche quando la scena era il salotto di casa o l’interno di un garage, e ora eccoci qua.