Ccelera!
Maurizio Camilli (Treviso)
di e con Maurizio Camilli
In un Nord-est profondo e imprecisato un giovane operaio, cresciuto nel mito di Gilles Villeneuve, sogna di diventare un asso del volante, allenandosi in gare clandestine. In quest’angolo di terra abituata a correre, allontana la solitudine e il vuoto, per ritrovarsi a proprio agio solo con un volante tra le mani. E’ l’ultima curva di un uomo con la benzina nelle vene, una lunga curva presa troppo velocemente, durante la quale il tempo si ferma. Un luogo sospeso dal quale ricostruire il rapporto con la propria passione e il proprio disagio. Un viaggio nella memoria per rivivere il suo passato, attraverso una lotta di frammenti danzati e perlati, che traducono, in un’azione ritmica ed energica, la sensazione della velocità, del limite fisico che si può raggiungere, con l’amletico dubbio che riemerge ad ogni nuovo centimetro: accelerare, non accelerare, vivere e morire.
In un Nordest profondo e volutamente imprecisato, un giovane operaio vissuto e cresciuto nel mito di Gilles Villeneuve, vuole diventare un asso del volante, lavora e vive in un mondo grigio e intanto si allena nelle gare clandestine per realizzare il suo sogno. Investe tutta la sua vita in quest’angolo di terra abituata a correre, allontana la solitudine e il vuoto, per ritrovarsi alla fine a proprio agio: con un volante in mano.
Un volante e litri di benzina per far scorrere la vita più velocemente, in apnea con la rabbia che gli sale dentro, mentre nel suo piccolo spera di sentirsi un eroe.
È l’ultima curva di un uomo con la benzina nelle vene, una lunga curva presa troppo velocemente, durante la quale per assurdo il tempo quasi si ferma. E da questo luogo sospeso cerca di ricostruire il rapporto molto profondo con la propria passione e il proprio disagio, attraverso un viaggio nella memoria per rivivere alcuni momenti del suo passato. Quest’ultima curva procede, rarefatta, in bilico, e ad ogni metro riaffiora un ricordo, un’immagine, una lotta continua di frammenti danzati, parlati, per tradurre in un’azione ritmica ed energica la sensazione della velocità, del limite fisico che si può raggiungere, l’amletico dubbio che riemerge ad ogni nuovo centimetro: accelerare, non accelerare, vivere o morire.
Maurizio Camilli si diploma alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine nel 2000, ed entra a far parte de L’Impasto – Comunità Teatrale Nomade, compagnia fondata e diretta da Alessandro Berti e Michela Lucenti coprodotta dal CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG. Nel 2003 è tra i fondatori del progetto Balletto Civile, gruppo di ricerca intorno al linguaggio scenico totale (danza, canto, parola), diretto da Michela Lucenti.