Diario di Pinocchio 20202065
Roberto Corradino – Bari
drammaturgia, regia e interpretazione Roberto Corradino
con Roberto Corradino e gli spettatori
tecnica Michele Di Stasi
Reggimento carri teatro | Roberto Corradino, esplora la tradizione del teatro d’attore in una dimensione vicina all’happening in una vicinanza perturbante e che richiede una presa di posizione cosciente allo spettatore. Ha lavorato in teatro con Mimmo Cuticchio, Martinelli/Montanari Teatro delle Albe, Maria Maglietta, Pippo Delbono, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, Eimuntas Nekrosius. Nell’ottobre 2000 crea Reggimento Carri teatro, collaborando con festival e strutture nazionali, quali Es.terni, Fit Lugano Festival, Kismet OperA, Festival Castel dei Mondi, Teatri di Vetro. Tra i suoi lavori Piaccainocchio, Perché ora affondo nel mio petto da Pentesilea di Kleist, Conferenza/Nudo in semplice anarchia dal Riccardo II di Shakespeare, Le muse orfane di M.M.Bouchard, Cuore come un tamburo nella notte da De Amicis, Making of Le pays lointain de Jean Luc Lagarce, Le Braci, L’Osso Duro da Kafka, Senza volontà di cattura, Parla con mia madre, L’unica casa certa.
Vincitore del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2020 assegnato con la seguente motivazione:
Sfruttando uno dei pochi grandi luoghi comuni della letteratura nazionale che sia anche un mito dello spettacolo contemporaneo, Roberto Corradino torna con Diario di Pinocchio 20202065 sul luogo del delitto di ogni moderna nascita artistica: un’adolescenza smisuratamente lunga che si rifiuta di entrare nell’età adulta e preferisce soccombere o dileguarsi piuttosto che tradire se stessa e la smodatezza dei propri sogni. Imbastito con gli esigui frammenti di una leggenda sfacciatamente personale, il suo diario è un itinerario performativo ambientato in quella che potrebbe essere una scuola, una prigione o un museo, ma che a conti fatti è soltanto una scena disseminata di ready-mades e di tracce autobiografiche vere o presunte dove la risata anarchica del burattino che non vuole diventare bambino si confonde con la feroce parodia del mainstream artistico contemporaneo. Una visita guidata governata da una presenza scenica carismatica che con ironia e disinvolta, quanto dolente auto-ironia mette a nudo la marginalità di ogni arte e di ogni vita artistica nel mondo in cui la cultura è da tempo divenuta una merce e un consumo tra gli altri. E se come scriveva Guy Debord, “la saggezza non arriverà mai” – perché è solo un altro conformismo – Roberto Corradino conferma, con la coerenza del suo percorso di autore e di attore, che il teatro, sempre sull’orlo del fallimento, resta uno degli ultimi spazi in cui la scintilla di un’altra verità possa tornare a brillare almeno per un momento.
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