Vabbè, ma non fa niente! Monologo solo per donna sola. Ovvero come essere madri ai tempi della paura
Elisa Bongiovanni – Roma
testo e drammaturgia Elisa Bongiovanni
regia Elisa Bongiovanni e Giada Parlanti
con Elisa Bongiovanni
collaborazioni Valeria Benedetti Michelangeli, Alberto Bellandi
si ringraziano Hossein Taheri e Marco Canuto
Una donna sola in scena. Qualche oggetto. Un passeggino forse. La donna indaffarata ad addormentare un cucciolo, ad allattarlo, a scoprirlo, a fargli domande. In questa stanza quasi buia si muove e riflette e cerca di capire dove sta. Dove è finita. Dov’è il suo corpo, quello che conosceva. Mentre dentro quella stanza conta i passi che le mancano per addormentare suo figlio, fuori la guerra fa scappare milioni di persone, le fa riversare in mare. I ghiacci del polo nord si sciolgono e le foreste di mezzo mondo vanno a fuoco. E lei cerca sé stessa anche in quegli avvenimenti. Cerca un posto per i suoi figli. Forse, solo dopo aver combattuto la sua guerra col passeggino perché si apra, aver allattato come una mucca al pascolo incurante del corpo di suo figlio appeso alle sue mammelle, scoprirà sé stessa. In quel mucchio di vestiti. In quei brandelli di corpo che le restano. In quella forza vitale di amore universale che prova per i suoi figli e per tutta l’umanità intera.
Elisa Bongiovanni si diploma al Centro Internazionale La Cometa nel 2002. Nel 2008 fonda con Fabiana Iacozzilli e Giada Parlanti la compagnia Lafabbrica. Con loro scrive e interpreta “Aspettando Nil” (2005) e “Hansel e Gretel – il giorno dopo” (2013). Sempre in seno alla compagnia va in scena con riscritture di classici, drammaturgie sceniche e testi inediti. Nel 2014 “La Trilogia dell’attesa”, progetto manifesto della compagnia, va in scena al Piccolo di Milano. Con la compagnia si organizzano lunghissime sessioni di lavoro: l’attore-autore e il suo corpo sono l’oggetto delle ricerche. Nel 2007 parte per la Francia e ottiene lo statuto di intermittent du spectacle. Durante la sua permanenza in Francia scopre un approccio diverso all’arte: il lavoro artistico è riconosciuto come lavoro necessario alla società. Dal 2016 non è più parte della compagnia Lafabbrica e con la nascita del primo figlio cambia i ritmi di lavoro. Nello stesso periodo comincia a dedicarsi al teatro ragazzi.