Victor&Frankenstein
Compagnia Oderstrasse – Milano
liberamente ispirato a Frankenstein, or the modern Prometheus di Mary Shelley
adattamento drammaturgico Marco Ciccullo
regia Marco Ciccullo e Cornelia Miceli
con Salvatore Alfano, Marco Ciccullo, Enrico Ravano, Edoardo Rivoira
disegno luci Giovanni Tammaro
coreografia Cornelia Miceli
scenografia e costumi Marco Ciccullo, Cornelia Miceli
musica: Giovanni Tammaro
produzione Compagnia Oderstrasse
con il contributo di Centro culturale e sportivo Asteria
Leggendo Frankestein, or the modern Prometheus, c’è un elemento che ha immediatamente attirato la nostra attenzione: Victor Frankestein è un ragazzo; ha da poco iniziato gli studi universitari quando gli viene l’idea di dar vita alla creatura. Cosa significa ridare la vita a un corpo morto? Quali sono le conseguenze dello stravolgimento di questa inevitabile legge naturale? O meglio, come ci poniamo come essere umani di fronte a questo limite che non possiamo valicare? In un periodo come questo, dove la distanza fisica è un tema quanto mai attuale, ci piacerebbe porre l’attenzione sul significato e sulla necessità del contatto tra i Corpi. Oggetto di studio di questo lavoro è la creazione scenica corale. Abbiamo pensato di rivisitare il romanzo di Mary Shelley attraverso un coro e, di conseguenza, abbiamo scelto di scomporre la creatura in quattro elementi.
Marco Ciccullo e Cornelia Miceli s’incontrano alla Scuola di teatro Proxima Res di Milano, nel 2014 e, dopo essersi diplomati nel 2016, iniziano a intraprendere un percorso individuale tra Italia e Germania. Marco Ciccullo dal 2016 inizia una collaborazione come attore/performer con la compagnia Anagoor e Cornelia Miceli si trasferisce a Berlino dove studia Physical theater e collabora con Oliver Pollak, Tony De Mayer e Anke Gerber. Contemporaneamente al percorso individuale, inizia dal 2018 una collaborazione artistica tra i due e Enrico Ravano, attore diplomato sempre presso la Scuola Proxima Res. Le caratteristiche che accomunano i componenti di questo ensemble sono, da una parte, la necessità di unire il lavoro espressivo del corpo e il lavoro sulla parola, dall’altra, la passione per i classici del teatro, sui quali la compagnia intende muovere la propria ricerca artistica.
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