Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche
“Dante Cappelletti” 2007 – IV edizione
i venti progetti semifinalisti a Castello Pasquini di Castiglioncello
16, 17 e 18 novembre
programma
venerdì 16 novembre
ore 15:30
Lucio Arisci, Elena Vanni
Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio
ore 16:10
Eugenio Sideri, Gabriele Tesauri
Calere (transitus animae)
ore 16:50
Luisa Merloni, Federica Santoro
Drammi di Principesse
ore 17:35
Lorenzo Praticò
A notti nu pocu prima ra foresta
ore 18:15
Giovanni Papotto
Spariamo
ore18:55
Ventichiaviteatro, Compagnia Denoma
Soprailcielodisanbasilio
sabato 17 novembre
ore 11:00
Roberta Sferzi
Angelo
ore 11:40
Portage
60fps
ore 12:20
Lucilla Lupaioli
Storie. Diario intimo fatto a pezzi
ore 13:00
Stefano Taiuti
Oscar dolls
15,30
Tino Caspanello
Malastrada
Sabato 17 novembre 2007 h16,10
Spazi Vuoti
Anch’io come te
16:50
Latòmia
Agatakatane
ore 17:35
Instabili Vaganti
Running in the Fabrik
ore 18:15
Antonello Cossia
Figlio del tricolore
ore 18:55
Francesca Sangalli
Macchia nera
ore 19:35
Mario Mantilli
Target – Belgrado 1999
domenica 18 novembre
ore h11:00
Muta Imago
Lev
ore 11:40
Alessandro Langiu/Nemesi Teatro
Viaggio per l’Orient-Cafè
ore 12:20
Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano
Barocco a 3
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venerdì 16 novembre ore 15:30
Lucio Arisci, Elena Vanni
Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio
di Amara Lakhous, riscrittura teatrale del testo “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”
regia Lucio Arisci e Elena Vanni.
con Abou Bakary, Alessia Berardi, Monica Marin Escobar, Francesco Ferrieri
luci Lucio Arisci e Elena Vanni
scene e costumi Dionisia Cirasola
assistente scene e costumi Nolwenn Caro
musiche Daniel Bacalov
Video Ass. Cult. GianoB, Padova.
Piazza Vittorio, Roma, un palazzo abitato e frequentato da italiani e immigrati, un ascensore al centro di continue liti. Dodici personaggi appartenenti a nazionalità diverse, si raccontano. Ognuno si sfoga, attacca i pregiudizi degli altri, mostrando così i suoi. Sullo sfondo un cadavere. Si ricerca l’assassino, dodici verità si scontrano, si contraddicono, si danno battaglia. Partiamo da qui. Sulla linea di un noir, sulla finta riga di un interrogatorio continuo, del doversi sempre difendere. Ripartiamo cercando un tempo, un luogo, le persone che lo abitano, le voci che lo raccontano. Cerchiamo di addentrarci in culture, lingue, suoni, storie e odori che ogni giorno ci sfiorano senza toccarci. Riflettiamo sulla nostra società apparentemente integrata e multiculturale, realmente sempre più ghettizzata. Per tutti questo motivi, abbiamo ritenuto necessario lavorare con degli stranieri che come noi hanno un’urgenza, qualcosa da dire che va oltre il testo di partenza, persone che come noi sono interessate alle persone.
Lucio Arisci ha studiato al GITIS di Mosca. Ha lavorato come attore con L. Magni, G. Barberio Corsetti, G. Patroni Griffi, F. M. Iaquone e G. Salvatores,. È stato produttore per il Tg Esteri de La7 e il suo documentario sull’isola di Cuba, A buscar la vida, è stato finalista al Festival del documentario “Hai visto mai”. È tra i fondatori dell’Ass. Narramondo.
Elena Vanni ha frequentato la scuola di teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna e il master Drama in scena, al teatro della Limonaia di Firenze. Vince nel 2004 il “Premio TuttoTeatro.com alla arti sceniche Dante Cappelletti”, con lo spettacolo A.V. storia di una B.rava R.agazza, (Ass. Narramondo). Ha lavorato con A. Punzo, M. Martinelli, X. Durringer, M. Baliani e B. Nativi.
Dopo aver lavorato insieme a “Call Center”, tragicommedia sul precariato, si ritrovano con questo nuovo progetto sul testo “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”. Cominciano un percorso per la formazione di una compagnia multiculturale. Fino ad ora, hanno aderito con entusiasmo Alessia Berardi, attrice e regista della Compagnia PienaImprovvisa, Abou Bakary attore della Costa d’Avorio e collaboratore dell’Edge Festival di Roma, Monica Marìn Escobàr, attrice colombiana, partecipa con il Teatro Matacandelas a diversi tourné e festival internazionali in Sud America ed Europa, Francesco Ferrieri attore e aiuto regista di Carlo Cecchi, Dionisia Cirasola, scenografa cinematografica e teatrale e Daniel Bacalov, compositore di musica per cinema, teatro e danza.
venerdì 16 novembre ore 16:10
Collettivo Sideri Tesauri
Calere (transitus animae)
di Eugenio Sideri
regia Gabriele Tesauri
con Patrizia Bollini, Andrea Libero Gherpelli, Igor Horvat, Antonio Maiani
luci Francesca Zarpellon
scene e costumi Matteo Soltanto
video Francesco Lodari
musiche Fabrizio Tavernelli
Passaggi. Passaggi come corse, ma anche come piccole soste, come fiati sospesi o affannati. Gente. Persone che incrociano il proprio passato con un presente straniato, una realtà che è faticoso decifrare. Storie piccole di tutti i giorni che sono specchio del nuovo secolo, dell’«evoluzione che non significa sempre progresso».
Sono le parole corsare di Pasolini a definire gli incerti contorni dello scontro tra la generazione dei figli, i nuovi figli, e quella dei padri, nati e cresciuti negli anni 50. I figli, che attraversano con la loro gioventù, due secoli, si ritrovano a cercare punti di riferimento che stanno svanendo, mentre i padri, demoliti nelle loro certezze, sentono lo sconforto, ma non hanno più armi per affrontarlo. L’uscita d’emergenza, che comunque non è soluzione salvifica, ma appunto “d’emergenza”, viene intravista in un riappropriamento di quelle piccole ma significative cose su cui si fonda il vivere quotidiano: la casa, la famiglia, l’amicizia.
Gabriele Tesauri
Diplomato alla scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, ha lavorato dal 1995 come attore e regista assistente in molte produzioni di Nuova Scena a Bologna.
Dal 2000 è assistente alla regia di Nanni Garella, col quale collabora all’interno dell’Associazione Arte e Salute.
Nel 2007 ha messo in scena “Drammi didattici” di B.Brecht, una coproduzione Nuova Scena-Arte e Salute e “Come potevamo noi cantare”, un progetto del Teatro delle Muse di Ancona.
Eugenio Sideri
Drammaturgo e regista, esordisce nel 1989 al Festival di Santarcangelo. Dopo varie esperienze teatrali, fonda Lady Godiva Teatro e porta in scena vari testi della drammaturgia tedesca e mitteleuropea. Nel 2004 debutta con uno spettacolo dedicato alla Memoria e alla Lotta di Liberazione, scrivendo e portando in scena Napoleone. Storie di partigiani. Successivamente scrive e dirige 44.il coraggio della scelta, altro capitolo partigiano espressamente dedicato alle figure delle staffette e delle donne resistenti. Da anni si occupa di pedagogia teatrale; attualmente è docente di recitazione del corso professionale presso la Deha Ballet School, diretta dal coreografo Steve La Chance.
venerdì 16 novembre ore 16:50
Luisa Merloni, Federica Santoro
Drammi di Principesse
La morte e la fanciulla I e III
di Elfriede Jelinek
(traduzione Werner Waas)
a cura di Luisa Merloni e Federica Santoro
regia di Federica Santoro
con Luisa Merloni e Federica Santoro
I Prinzessendramen (Drammi di Principesse) è un ciclo di atti unici di varia forma e misura che Elfriede Jelinek va elaborando dal 2001.
Nell’area degli scrittori-drammaturghi contemporanei che potremmo definire “maledetti”, figli degeneri della tranquilla Austria, Elfriede Jelinek è la voce femminile più innovativa e provocatoria, dove per “femminile” si intende la capacità di creare un linguaggio prolifico nel generare una molteplicità di significati; in particolare nei testi teatrali, la provocazione non riguarda solo il contenuto, che tocca temi scottanti, mai in un modo banale e moralistico, ma anche il piano della messa in scena, che viene negata nelle sue regole fondamentali: azione, personaggio, luogo, esistono solo tra le righe in una visionaria libertà.
L’intento fondamentale della nostra ricerca è di sintetizzare la stratificazione e la simultaneità di senso, materia vocale, e attitudine performativa.
La morte e la fanciulla I e II sono i primi atti della serie: due dialoghi tra Biancaneve e il Cacciatore e tra Rosamunda e Fulvio, tra una figura maschile e una femminile, tra la Morte (in tedesco al maschile) e la Fanciulla, appunto. La messa in scena ruota intorno al vuoto che la parola della Jelinek crea, alla sua visionarietà, trash e allo stesso tempo filosofica, che si ripercuote sullo spazio scenico e sul corpo dell’attore, e ti trascina nel desiderio di un rapporto con la scena primario, animalesco, crudele.
Un non spettacolo, quindi, la domanda è talmente forte, la visione talmente accecante da diventare irrapresentabile, questo ci pone la questione x, ci materializza e concretizza ad un livello tale da essere mostruose, e tremendamente belle, innominabili eppure siamo Federica e Luisa e il pubblico ci guarda!
Federica Santoro lavora da anni come attrice in molti spettacoli diretti da Giorgio Barberio Corsetti e collabora con altre compagnia teatrali come Sociètas Raffaello Sanzio, Katzenmacher di Alfonso Santagata.
È ideatrice di progetti laboratoriali e cura la regia di propri spettacoli, collabora con la compagnia Bobby Kent & Margot e con Filippo Timi condivide alcune esperienze registiche.
Collabora a spettacoli con la compagnia di danza Travirovesce. Canta nei Memoria Zero.
È una delle fondatrici del collettivo Arturo composto da musicisti, attori, danzatori e video artisti.
Fonda nel 2004, insieme a Daniela Cattivelli, Cane, formazione variabile che lavora sulla rappresentazione adottando di volta in volta formati diversi. (Psicosi delle 4e48 di S. Kane. azioni sonore, live set etc.)
Nel 2007 ha curato la regia di Alla meta di Thomas Bernhard di cui è anche interprete.
Luisa Merloni sStudia recitazione presso l’AIA France di Parigi, diretta da Jean Paul Denizon, attore del CIRT di Peter Brook. Si laurea con lode in Storia e Critica del Cinema alla facoltà di Lettere Moderne presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2001 fonda, insieme alla regista Manuela Cherubini, l’Associazione PsicopompoTeatro, all’interno della quale realizza una serie di progetti che la vedono impegnata come attrice e autrice in diversi spettacoli di teatro e opere musicali, che prendono parte ad iniziative e rassegne in collaborazione con il Comune di Roma, tra cui i più recenti, Artemisia dal romanzo di Anna Banti, regia Manuela Cherubini, rassegna Grafie Teatrali: la scena romana, Teatro Furio Camillo, Roma 2005, Cabaret Hypocondriaque in collaborazione con il Théatre Desequilibrium, Roma- Parigi 2007, Hamelin di Juan Mayorga, regia Manuela Cherubini, Short Theatre, Teatro India, Roma 2007.
venerdì 16 novembre ore 17:35
Lorenzo Praticò
A notti nu pocu prima ra foresta
di Bernard Marie Koltès
Traduzione e adattamento Lorenzo Praticò e Gaetano Tramontana
Regia Carlo Orlando
Con Lorenzo Praticò
Luci Carlo Orlando e Balthasar Brennenstuhl
Scene Balthasar Brennenstuhl
Costumi Carlo Orlando
Presentazione in PowerPoint Marcella Praticò
Un immigrato calabrese, solo e perso per le strade di una grande città del nord d’Italia, in una notte di pioggia abborda un compagno di sventura e gli racconta la sua vita, le sue disgrazie passate e recenti, i suoi amori e le sue illusioni, la sua rabbia e la sua disperata necessità di avere qualcuno da stringere tra le braccia, da chiamare amico, di avere un piccolo angolo di terra da chiamare casa. Il protagonista racconta la sua storia attraverso l’unico strumento che gli dia ancora un senso di realtà: il proprio dialetto. Dialetto che appartiene realmente all’attore e restituisce autenticità e vicinanza al testo. Il linguaggio è protagonista perché i temi del racconto sono l’emarginazione e il razzismo; e la lingua, ancor più del colore della pelle, è l’elemento che può far sentire un individuo straniero in casa d’altri. Un linguaggio che cambia registro continuamente e procede per salti e digressioni, in maniera apparentemente scombinata. Una vera e propria partitura musicale.
L’attore. Lorenzo Praticò, calabrese, 30 anni, si è formato all’Accademia d’ Arte Drammatica della Calabria con Luciano Lucignani, Paolo Giuranna, Gianni Diotajuti e Daniela Bonsch; ha lavorato con Walter Manfrè e Roberto Guicciardini; nella sua ricerca ha incontrato Mariangela Gualtieri, Nikolaj Karpov, Steven Berkoff, Emma Dante e, per il teatro di narrazione, Carlo Orlando, incontro dal quale è scaturito il progetto narrativo-linguistico-work in progress di “A notti nu pocu prima ra foresta”.
Il regista. Carlo Orlando, piemontese, 29 anni, si è formato attraverso i corsi del Teatro Stabile di Genova, i seminari con Valerio Binasco, Nicola Pannelli, Maria Consagra, Mario Chiapuzzo e Geraldine Baron. In teatro è stato diretto oltre che da Binasco e Pannelli, da Fausto Paravidino, Giampiero Rappa e Filippo Dini. Nel cinema ha lavorato con Francesca Comencini, Guido Chiesa e Fausto Paravidino, con il quale ha scritto e interpretato Texas. Ha partecipato ed è stato segnalato al Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” dirigendo Eva Cambiale in Cry Baby.
venerdì 16 novembre ore 18:15
Giovanni Papotto
Spariamo
Testo e regia Giovanni Papotto
Regista assistente Marco Ghidelli
Con Giovanna Giuliani, Laura Nardi, Amândio Pinheiro, Cristina Spina
Scene Dominic Barberi
Costumi Simone Valsecchi e Gianluca Sbicca
Consulenza alla produzione Claudia Di Giacomo (PAV)
“Eversore” si dice di chi distrugge, ed “eversivo” di azione o persona che intende rovesciare o abolire qualcosa. Spariamo è una riflessione sull’eversione, la sua natura e gli slittamenti di senso, le ambiguità, i passi falsi, così spesso connessi alle azioni o persone appunto definiti tali. Il testo segue quattro storie anonime, leggere, meteorologiche – sembra importante se qualcosa avviene in un giorno di sole o sotto la pioggia – congelandole in un momento decisivo del loro svolgersi. Le segue con attenzione, perché gli stessi protagonisti, loro malgrado, di queste storie, se da qualcosa sono accomunati, è la loro attenzione, ossessione, cura, per i dettagli; e una esagerata passione per l’entomologia, vale a dire per l’osservazione. Il movimento, scarti minimi nel flusso dei passanti all’ora di punta, il fuori luogo, un guizzo negli occhi di uno sconosciuto, registrati da sé con l’indifferente precisione di una telecamera a circuito chiuso, il fervore di uno scrittore fallito, e il tempo dilatato di chi si è arreso e viaggia in folle sulla corsia di sorpasso.
Giovanni Papotto – Si laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova (1995), M.St. e M.Phil. in Antropologia presso l’Università di Oxford (1998). Lavora come antropologo nella giungla peruviana per un anno.
Dal 1999 lavora professionalmente in ambito teatrale, come assistente alla regia in Russia (con Viktor Kramer per Le nozze di Nikolai Gogol, 2003 S. Pietroburgo, Baltijnskij Dom; 2004 Mosca, Mejerchold Centre), Italia (con Luca Ronconi per Il silenzio dei comunisti, 2006 Torino, Olimpiadi della Cultura), e USA (con Martha Clarke per Kaos da Pirandello, 2006 New York, New York Theater Workshop).
Tra il 1999 e il 2003 si occupa, come autore per Radio Rai (canali Due e Tre), di ci