PREMI TUTTOTEATRO.COM 2019
ALLE ARTI SCENICHE “DANTE CAPPELLETTI” – tredicesima edizione
RENATO NICOLINI” – sesta edizione

sabato 7 e domenica 8 dicembre – Teatro India

Programma

sabato 7 dicembre

ore 15:00 La vacca – Beat Teatro (Napoli) [sopratitoli]

ore 15:40 Pupitingè – Bifano-Campisi-Di Mauro (Napoli) [sopratitoli]

ore 16:20 F-AìdaEppur cantava ancora – Mana Chuma Teatro (Reggio Calabria) [ sopratitoli]

ore 17:00 Biografia dell’inquietudine – Lisa-Imprenditori di sogni (Roma) [ sopratitoli]

ore 18:30 anteprima nazionale Fattoria – Sofia Amendolea Theatre Company [sopratitoli]

domenica 8 dicembre

ore 15:00 Life – Emiliano Brioschi-Cinzia Spanò (Milano) [sopratitoli ]

ore 15:40 La luce delle parole – C.t.l. Lab/Marco Lungo (Latina) [Spettacolo in LIS]

ore 16:20 Luca 4,24 – Sesti-Maiotti (Cannara, Pg) [sopratitoli]

ore 20:30 debutto nazionale La Regina Coeli – Balucani-Svolacchia [sopratitoli ]
progetto vincitore Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” 2017

ore 21:30 Premiazione

Tutti gli spettacoli sono sopratitolati per le persone sorde o ipoudenti.
E’ possibile consultare la sopratitolatura scaricando i file pdf nella descrizione di ogni studio.

nel foyer

dalle ore 14:45 a fine manifestazione

 installazione Nel blu dipinto di blu di Romina De Novellis

esposizione Una memoria fotografica 2004 – 2015 et ultra
in collaborazione con Università Roma Tre

videoproiezione dedicata a Renato Nicolini

videoinstallazione Presenza
composizione delle immagini Elisabetta Mancini, composizione sonora Antonia Gozzi

videoproiezione finalisti Premio Tuttoteatro.com Miglior Teaser 2018 – prima edizione

esposizione immagini-manifesto dei Premi di Massimo Staich

dalle ore 14:45 a fine manifestazione

laboratori di accompagnamento alla visione:
per studenti, condotto da Samantha Marenzi
per spettatori eterogenei (giuria popolare), condotto da Tamara Bartolini

La vacca

Beat Teatro – Napoli

di Elvira Buonocore
regia Gennaro Maresca
con Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Gennaro Maresca
assistente alla regia Roberta de Pasquale

Estate torrida in una periferia napoletana. Una terra apatica, annientata da una volontà di potenza e sviluppo industriale che non conosce legami né bisogni. Qui due fratelli giovanissimi, Donata e Mimmo, vivono un’esistenza piccola, ignota agli adulti, con i corpi che sembrano spenti. Improvvisamente Donata rompe il quadro grigio della propria adolescenza semplicemente guardandosi. L’inadeguatezza delle sue forme piccole, di quel seno mai sbocciato e tanto voluto, pongono al centro della scena qualcosa che prima era assente: il desiderio. La vacca racconta il desiderio e la sua fragile, radicale esistenza fuori dalle logiche del benessere e del potere. Una storia d’amore e di animali i cui corpi, stando al mondo, sono pronti al saccheggio.

La compagnia Beat Teatro nasce nel 2015 da un’idea di Gennaro Maresca, attore e docente di recitazione al Nuovo Teatro Sanità di Napoli, e Fabio Casano, economista, drammaturgo. Beat conduce un percorso di ricerca volto alla fusione dei linguaggi. Dalle atmosfere “beat” anni 40 di Youth/Giovani (miglior spettacolo nelle rassegne Ut.35 festival – I edizione e Sipari d’Emergenza – V edizione), al rocambolesco volo in mongolfiera di Dramma nell’aria da Jules Verne (Selezionato per Milano Off FiI – II edizione Avignon LeOff 2018), il noir La Volpe e il Gatto e i segreti di due anime adulte e tormentate in Peter e Alice attraverso lo specchio nella stagione 2016 al Nuovo Teatro Sanità. Patroclo e Achille (al Circle Festival con il sostegno di Mibac e Siae per l’iniziativa “Sillumina”).

Pupitingè

Bifano-Campisi-Di Mauro – Napoli

ideato e scritto da Angelica Bifano e Elisa Campisi
con Angelica Bifano
collaborazione alla messa in scena Mattia Di Mauro
disegno luci Mattia Di Mauro

Vogliamo entrare nell’intimità di una donna dei nostri tempi e abitare i luoghi più intimi del corpo: il suo utero e la sua vagina.

Una forza desiderante, sempre insoddisfatta, spinge la protagonista ad unirsi con altri corpi in modo quasi bulimico. Questa ricerca di un piacere totale viene frenata da un’altra forza, incarnata dal papilloma virus, che cambia il suo rapporto col sesso. In questo scenario la madre, modello educativo da cui la ragazza fugge, rappresenta il principale freno alla conoscenza di sé e del proprio piacere.

Il dato esteriore del corpo e della sfera sessuale sono il punto di partenza per parlare del dato interiore e cioè del proprio benessere e della ricerca del vero godimento raggiungibile solo attraverso la conoscenza di sé.

Angelica Bifano, nel 2016 si diploma alla Civica Accademia Nico Pepe e crea il Collettivo L’Amalgama. Ha lavorato con Anatolij Vasiliev, compagnia Scimone Sframeli, Alessandro Serra, Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Nel 2017 prende forma il suo spettacolo Mamma son tanto felice perché.

Elisa Campisi, nel 2017 si diploma in drammaturgia alla Civica Paolo Grassi. Mette in scena DEath EDucation al Teatro Franco Parenti e scrive e dirige Sono invisibili al buio. Dal 2018 fa parte del Collettivo Yah!

Mattia Di Mauro, studia regia e drammaturgia con Davide Iodice. Nel 2014 esordisce con Cold Light – studio per una drammaturgia della luce. Fa tirocinio come disegnatore luci e operatore consolle presso Delta Sound. È direttore di scena e aiuto scenografo ne La Luna, regia di Davide Iodice, NTF2019.

F-Aìda – Eppur cantava ancora

Mana Chuma Teatro – Reggio Calabria

testo e regia Salvatore Arena e Massimo Barilla
con Salvatore Arena
musiche originali Luigi Polimeni
scene Aldo Zucco
equipe tecnica di scenografi Grazia Bono, Caterina Morano, Antonino Alessi
assistente alla regia Ylenia Zindato
con il sostegno di Horcynus Festival 19 Rete Latitudini

Calabria. Anni 80. Ma potrebbe essere un’epoca qualunque. In un seminterrato contenitore di ferri vecchi e acqua piovana, di oggetti dal nome antico, dove si scannano i maiali, cimitero, luogo di preghiera e punizione. Tra ganci appesi ad un soffitto da macelleria. Tra una statua di Madonna e sacchi di juta usati per raccogliere olive insanguinate. Dove la luce è filtrata dal sapore amaro della vendetta, in un tempo immobile che tutto divora e consuma, Rocco-Aìda, con l’urgenza dell’ultima ora di vita e con l’incedere di una tragedia greca, nel buio di una segregazione attenuata solo da vecchi dischi d’opera adagiati sul piatto di un giradischi malandato, nel buio della sua solitudine, incarna un racconto/dialogo con il corpo del padre morto. E dice tutto. Tutto il non detto, di guerre fratricide, di un amore mai consumato per un compagno di giochi travestito da nemico, di un meccanismo antropologico che tutto distrugge fino ai confini dell’umano.

Mana Chuma Teatro, compagnia radicata nell’area dello Stretto, insignita del Premio della Critica 2019, ricerca una personale forma di teatro di narrazione (il monologo dialogante, esploso in una pluralità di voci interne alla storia), in cui l’azione e la relazione con lo spazio rappresentano il corpo stesso del racconto. Come un granello di sabbia (già oltre 70 repliche) è stato Premio Selezione In-box e rappresentato nell’ottobre 2019 negli Istituti Italiani di Cultura di Parigi e Malta. Ha rappresentato il teatro italiano alla Festa del Libro e delle Culture Italiane a Parigi. Suoi lavori, tradotti in francese e presentati in varie forme all’estero, sono stati finalisti al Premio Ustica per il Teatro e al Premio Riccione. Ha collaborato con importanti artisti, teatri e festival.

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Biografia dell’inquietudine

Lisa-Imprenditori di sogni – Roma

dis-adattamento teatrale da Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa
di Marco Morana
con Gemma Costa e Andrea Monno
regia Ivano Calafato e Marzia Meddi
movimento scenico Marzia Meddi
disegno luci Marco D’Amelio
musiche Paolo Paolacci
foto e grafica Adriano Natale
dramaturg Edward Fortes
con il sostegno del Centro giovani MaTeMù

Biografia dell’inquietudine racconta la storia di un giovane uomo, Bernardo, che un giorno decide di lanciarsi dalla finestra. Da questo nuovo inizio, il protagonista parte per un viaggio a ritroso in cui rimette in discussione la sua vita. Dal momento del suo concepimento, attraversa la sua crescita, la relazione con i genitori, per soffermarsi poi sul rapporto con Maya, la donna con cui viveva. Il testo si dipana per segmenti ciclici che ritornano oniricamente, in una tragedia comica che si impasta, si mimetizza con l’opera di Pessoa. Vestendo i panni del semi-eteronimo Bernardo Soares, il grande autore portoghese compone un vero e proprio zibaldone sul mondo interiore e sulla frammentazione della verità del reale, una “biografia senza fatti” folgorante e densa di poesia a cui ci siamo ispirati per provare a raccontare i nostri tempi inquieti.

La drammaturgia dello spettacolo si è sviluppata all’interno della Residenza Permanente 2019 presso il Teatro Studio Uno di Roma.

Lisa (Libere iniziative spettacolari azzardate) nasce nel 2013. Il suo nucleo è formato da Virginia Franchi, regista, Lorenzo Gioielli, attore, autore e regista, Marzia Meddi, coreografa e attrice, e Marco D’Amelio, light designer. Tra le produzioni: Vulcano, con Michele Balducci e Claudia Vismara, selezionato al Fringe di Roma nel 2013, Tortuga con Lorenzo Gioielli e Andrea Monno (2014), Corso involontario per l’uso di evidenti debolezze, in scena a Roma, al Brancaccino e alla Cometa Off (2015), e Le scoperte geografiche, finalista dell’IX edizione del “Cappelletti”, con Francesco Petruzzelli e Daniele Gattano, partecipante al festival Illecite Visioni al Teatro Filodrammatici di Milano nel 2017 e al festival Collinarea di Lari nel 2018. Con le sue collaborazioni (per l’organizzazione l’Associazione Imprenditori di sogni), Lisa alimenta il proposito di emozionare il pubblico attraverso un racconto contemporaneo e insieme classico, dove testo, interpretazione e regia si fondono nella ricerca di un’armonia esplosiva.

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Life

Emiliano Brioschi-Cinzia Spanò

con Emiliano Brioschi e Simona Malato
regia Emiliano Brioschi
light designer Claudine Castay
realizzazione video Elvio Longato
in collaborazione con Artisti Associati – Artefici – Residenze Creative Friuli Venezia Giulia

Life ci racconta di un uomo e di una donna. Roberto Peci, sequestrato e condannato a morte dalle Brigate Rosse, e Ulrike Meinhof, fondatrice della Raf (Rote Armee Fraktion), gruppo terroristico tedesco. Vuole dirci chi erano, cosa volevano e come sono state straziate le loro esistenze. Vuole soprattutto raccontarci gli ultimi istanti delle loro vite passati, in un appartamento covo delle BR, nella città di Roma, e in una cella del carcere speciale di Stammheim, in Germania. Life affronta il tema della costrizione – dell’essere umano in uno spazio chiuso, limitato e limitante, dove il movimento e il pensiero individuale si deformano nella follia e nella resa dei conti finale con se stessi – e del fondamentalismo di un ideale. Quando prende il sopravvento sulla vita delle persone e quali sono le conseguenze?

Emiliano Brioschi si diploma alla Scuola di Teatro Arsenale di Milano. Recita nei maggiori teatri italiani e in numerosi teatri europei. È diretto tra gli altri da Antonio Latella, Giuseppe Massa, Giorgio Albertazzi, Babilonia Teatri. Nella stagione 2017/2018 debutta alla regia con la trilogia sulla paternità XY in collaborazione con ERT. Cinzia Spanò si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Lavora con Antonio Latella, Massimo Castri, Damiano Michieletto, Francesco Frongia, Ferdinando Bruni, Carmelo Rifici. Ha vinto come migliore attrice il Premio Imola, il Premio Hystrio, il Premio Anteprima, è stata finalista ai Premi Ubu. Simona Malato si diploma alla Scuola del Teatro Biondo di Palermo. Tra gli altri lavora in teatro con Franco Scaldati, Claudio Collovà, Emma Dante, Giuseppe Massa. Al cinema con Giuseppe Tornatore, Raul Ruiz, Emma Dante, Terence Malik.

La luce delle parole

C.t.l. Lab – Latina

liberamente ispirato alla versione cinematografica di The miracle worker di William Gibson
adattamento e regia Marco Lungo
con Alessia De Angelis, Beatrice Papuzzo, Claudia Pedacchia, Dario Di Mario, Giulia Turetta, Manuel Piccoli, Miriam Mastroianni
video Gianmarco Ciotti, Manuel Piccoli
scenografie Cosmin Moldovanu

Helen Keller nasce il 27 giugno 1880. A 19 mesi una malattia la porterà alla cecità e sordità totali. Helen cresce senza regole e stimoli e i genitori, disperati, decidono di chiedere aiuto al Perkins Institute for the Blind. La scuola affida il compito di istruire la piccola Helen ad Anne Sullivan, ex allieva dell’istituto e lei stessa parzialmente cieca. Grazie ad Anne, Helen imparerà a leggere in braille ben cinque lingue. Scriverà numerosi libri e articoli, laureandosi con lode presso il Radcliff College, si applicherà come avvocata, sarà attiva in politica e dedicherà il resto della sua vita ai diritti delle persone con disabilità, diventando una delle donne più famose e influenti al mondo.

Il Centro Teatrale di Latina è una giovanissima compagnia fondata nel 2018, con la direzione artistica di Marco Lungo. Tra il 2018 e il 2019 si sperimenta con la messa in scena di corti teatrali, conquistando il podio in vari concorsi ad Aprilia e Matera. Nel 2019 decide di lavorare a La luce delle parole, prefiggendosi di portare in scena uno spettacolo adatto ad un pubblico di vedenti, udenti, sordi e ciechi. L’obiettivo è quindi l’inclusione, ma anche quello di puntare i riflettori sulla disabilità in senso generale. Marco Lungo inizia il suo percorso teatrale nel 1990, formandosi tra gli altri con Quelli di Grock, D. Camerini, C. Galante, J. Strasberg, D. De Fazio, L.T. Heins, O. Melnik, T. Tarasova, A. Weber, A. Gubish, D. Bisconti, J-F. Brion, P. Hunter. Dal 2002 insegna recitazione in strutture pubbliche e private a Milano, Rho, Roma e Latina.

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Luca 4,24

Sesti-Maiotti – Cannara (Pg)

di Alessandro Sesti
con Mattia Maiotti e Alessandro Sesti
coreografie Debora Renzi e Mattia Maiotti
musiche originali Grandi insegne il grande allibratore
disegno luci Marco Andreoli
con il sostegno di Teatro Thesorieri di Cannara, Strabismi

Luca è un ragazzo siciliano di 24 anni che gestisce un’azienda di pompe funebri. Facendo questo lavoro ha scoperto che la mafia tiene in piedi un mercato della morte. Le chiamano “le ambulanze della morte”. Se apri un’attività in queste zone, hai anche la certezza che il pizzo dovrai pagarlo. I boss muoiono e cambiano, ma il pizzo resta, anzi aumenta. Luca si vuole sposare, ma se “la tassa” aumenta, i risparmi per il matrimonio non ci saranno mai. Il giorno in cui il padre di un suo amico muore, Luca decide di denunciare. Un solo giorno e la vita di Luca è compromessa. Devono nasconderlo, i carabinieri sanno che la sua condanna a morte è stata emessa. Anche trasferirlo non sarà più sufficiente. L’oblio è l’unica soluzione. La sua identità sarà cancellata. Luca deve morire per non essere ammazzato. Con lui muore la parola, sarà la danza a raccontarci il presente e il futuro di Luca.

Con Luca 4,24 Alessandro Sesti e Mattia Maiotti sono alla loro prima collaborazione. Il primo è un attore e autore che dal 2015 frequenta il teatro di narrazione. Nei suoi spettacoli racconta le vite distrutte dalle mafie. I suoi spettacoli sono sostenuti da Libera. Per costruire i suoi lavori, usa un metodo immersivo: per scrivere il suo ultimo lavoro Ionica ha vissuto per un periodo di tempo sotto scorta con Andrea Dominijanni, un testimone di giustizia calabrese, sotto protezione dal 2015. Mattia Maiotti si avvicina alla danza all’età di 11 anni studiando classico, modern, contemporaneo e hip hop con insegnanti della scena italiana e internazionale. Dall’incontro con Afshin Varjavandi, approfondisce gli studi delle danze urbane (hip hop – house) e in seguito entra a far parte del Collettivo Inc (InNprogressCollective), con cui collabora dal 2011 fino ad oggi.

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