a1n11tede1Cormòns (GO) – Ben prima di fissare nel titolo Ritter Dene Voss i nomi non di tre personaggi, ma di tre eccellenti attori austriaci, Thomas Bernhard aveva concepito in Minetti, ritratto di un artista da vecchio (1976) un’operazione di ancora più forte perturbamento. Minetti era il principe anziano della scene tedesche, l’attore del secolo e il grande vecchio, oltre che l’interprete d’elezione dei lavori di Bernhard. Una sintonia di caratteri culminata in questo lavoro dove due identità – il personaggio Minetti e l’attore Minetti – coincidono solo marginalmente. Un capriccio teatrale, plasmato dalle mani di Bernhard come un capolavoro maniacale.
a1n11tede3L’artista da vecchio appare nella hall dell’albergo. Lo ha convocato il direttore del teatro di una città di provincia. L’artista da vecchio non recita più da trent’anni e ha ripudiato tutta la letteratura classica. Ma non il Lear. Per trent’anni il 13 di ogni mese, ha provato, da solo, in soffitta, i versi vertiginosi di Shakespeare. E a loro, l’artista da vecchio consegna il senso finale della propria carriera, la santità dell’ultima recita, la prova della propria esistenza.
A sedici anni dalla prima edizione italiana, nella quale c’era Gianni Galavotti a dare voce a questa ossessione, è ora Gianrico Tedeschi a interpretarla. Lo ha diretto Monica Conti, una delle rare donne regista in Italia, che ha trovato i tempi del monologo imperfetto (solo poche battute per gli altri personaggi) in una bella e appassita hall di albergo, inventata da Giacomo Andrico, lo scenografo che a Bernhard si era già applicato per L’ignorante e il folle, così come Tedeschi nel Riformatore del mondo di tre anni fa aveva saggiato la poesia rancorosa di un altro dei personaggi dello scrittore austriaco.
a1n11tede2Ma per incarnarli ci vuole una deformazione, un’alterazione del corpo, della voce, o della psicologia, caratteristica di alcuni attori italiani già catturati da questi ruoli: Galavotti e Schirinzi, Cecchi e Orsini, Herlitzka, persino il giovane Popolizio. Nelle prime repliche di Minetti – che ha debuttato alla fine di maggio al Teatro Comunale di Cormòns in provincia di Gorizia – non era ancora possibile percepirla. Manca per il momento il brivido, un po’ repulsivo, che affascina in questa drammaturgia fredda e inclemente. Manca ancora alla fisionomia composta e ai modi urbani di Gianrico Tedeschi, la prossimità di quella follia che fa metafisico e crudele il teatro di Thomas Bernhard.
Prodotto da Artisti Associati (la compagnia che gestisce il piccolo teatro di Cormòns) Minetti, ritratto di un artista da vecchio sarà ripreso nel marzo del 2001, per la tournée nazionale. Accanto a Tedeschi, lo spettacolo impegna anche Marianella Laszlo, Gianfranco Candia, Raffaela Spina, Laura Bussani.