Sensibilità Convergenti – Giovedì 9 dicembre al Teatro India

 

 

 

 

 

 

Sensibilità convergenti presentato dall’associazione Tuttoteatro.com con la cura di Mariateresa Surianello, realizzato con il contributo della Regione Lazio, in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, vuole raccogliere e restituire al pubblico l’intenso lavoro di un maestro, lo studioso e critico teatrale Dante Cappelletti, valorizzandone il lascito e mantenendone viva la memoria a 25 anni dalla sua scomparsa.

Giovedì 9 dicembre al Teatro India verrà presentato in prima assoluta À Dante, una nuova opera interdisciplinare, che coinvolge dieci artisti e segna la nascita del Progetto Mab di Tuttoteatro.com per la creazione contemporanea. Partendo dall’esecuzione della musica dal vivo dell’opera di Denis Cohen, (scritta e dedicata a Dante Cappelletti nel 1991, ispirandosi ai primi nove versi del canto III dell’Inferno di Dante Alighieri), l’originale produzione internazionale, a cura di Mariateresa Surianello, fa convergere musica contemporanea eseguita dal vivo in scena da  Alice Cortegiani (clarinetto/clarinetto basso), Giovanni Vai (clarinetto/corno di bassetto), Lucia Filaci (soprano, percussioni), Valeria Matrosova (soprano, percussioni), con la collaborazione del maestro Emanuele Stracchi e la danza di  Alessandra Cristiani, Gianluca Camardo Leggieri, Camilla Giubilato, Giovanna Lisa Di Franco, Antonio Trerotola e Armand Zazani, con la coreografia di Angela Scrilli e le luci di Gianni Staropoli.

Il pomeriggio inizia alle 16.30 con un incontro proprio per guardare alla scena di oggi attraverso ciò a cui ha dato vita il professore toscano in termini di relazioni, collaborazioni, incontri tra generi e culture diverse. Condotto da Mariateresa Surianello, parteciperanno a Sguardi incrociati nel paesaggio contemporaneo: Attilio Scarpellini, Paolo Ruffini, Donatella Ferrante, Roberto Castello, Carla Romana Antolini, Raimondo Guarino, Roberta Scaglione, Graziano Graziani, Massimiliano Civica, Antonio Audino, Gianluca Riggi, Maria Vittoria Tessitore, Umile Vainieri, Denis Cohen.

Alle 18.00 verrà presentato il breve film Ulisse XXVI di Marco Martinelli, con Ermanna Montanari che ha dato “voce e figura” all’Ulisse dantesco, più gotico che omerico, anima consumata dalle fiamme, riconducendo tutto lo spazio a uno specchio di ferro, un corpo diafano, insieme materico e trasparente, che rendesse inafferrabile l’apparire di quella voce, il suo mostrarsi mentre si dilegua.

Alle 18.15 ancora Dante Alighieri, ma anche Le ceneri di Gramsci di Pier Paolo Pasolini con l’intervento dell’attrice Ramona Genna e del musicista polistrumentista e compositore Tiziano Caputo dal titolo Dopo_Tutto.

 

L’omaggio al critico toscano si traduce anche nella mostra Cappelletti, parole e segni curata da Elisabetta Mancini.

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

 

16.30 – incontro
Sguardi incrociati nel paesaggio contemporaneo

condotto da Mariateresa Surianello

con Attilio Scarpellini, Paolo Ruffini, Donatella Ferrante, Roberto Castello, Carla Romana Antolini, Raimondo Guarino, Roberta Scaglione, Graziano Graziani, Massimiliano Civica, Antonio Audino, Gianluca Riggi, Maria Vittoria Tessitore, Umile Vainieri, Denis Cohen.

Un incontro per guardare alla scena di oggi attraverso ciò a cui ha dato vita Dante Cappelletti in termini di relazioni, collaborazioni, incontri tra generi e culture diverse.

 

Che voce ha l’Ulisse dantesco, ci siamo chiesti Ermanna ed io nell’ideare insieme questo breve film. L’Ulisse “gotico”, più che omerico, che emerge dalle pagine della Commedia, riusciamo davvero a sentirlo, con la sua voce di fuoco? Avevamo visitato, mesi prima la cripta della chiesa ravennate di Santa Maria in Porto: quei sotterranei, dove un tempo seppellivano i monaci, ci sono sembrati l’ambiente più adatto per immettere le ombre di Dante e Virgilio nei pressi dell’ottava bolgia. Lì quindi, abbiamo girato la prima parte del film, mentre la seconda, tra le fiamme, sul palco del Teatro Rasi, in origine chiesa di Santa Chiara in cui, ci immaginiamo, Dante Alighieri sarà andato più volte.

Ermanna ha poi dato “voce e figura” ad Ulisse, anima consumata dalle fiamme, riconducendo tutto lo spazio a uno specchio di ferro, un corpo diafano, insieme materico e trasparente, che rendesse inafferrabile l’apparire di quella voce, il suo mostrarsi mentre si dilegua. Marco Martinelli

 

Attraverso sonorità inconsuete, suoni, ritmi, voci e parole si rievocano Le ceneri di Gramsci, opera del secolo scorso di Pier Paolo Pasolini, le cui radici affondano violentemente fra le profondità dell’inferno dantesco

 

19.00 – prima assoluta
À Dante

una produzione Tuttoteatro.com/Progetto Mab
ideazione e cura Mariateresa Surianello
musica Denis Cohen
Alice Cortegiani (clarinetto/clarinetto basso), Giovanni Vai (clarinetto/corno di bassetto), Lucia Filaci (soprano, percussioni), Valeria Matrosova (soprano, percussioni), Emanuele Stracchi (maestro collaboratore)
coreografia Angela Scrilli
luci Gianni Staropoli

La partitura musicale per quartetto di Denis Cohen, eseguita dal vivo per la prima volta in Italia, scorre nei corpi delle tre danzatrici e dei tre danzatori, guidati dalla coreografa Angela Scrilli, e immersi nello spazio illuminato da Gianni Staropoli.
Un ensemble di dieci artisti per un allestimento site specific che mette in relazione linguaggi e competenze e provoca quel dialogo anche dissonante tra sensibilità diverse, convergenti verso un progetto condiviso. Questo À Dante che Cohen compone nel 1991 e dedica a Dante Cappelletti, ispirandosi ai primi nove versi del III canto dell’Inferno dantesco, nostro rinnovato omaggio nel 25° della sua morte.

Cappelletti, parole e segni
mostra a cura di Elisabetta Mancini

Dante Cappelletti ti siede accanto
Te ne accorgi quando chi lo ha conosciuto parla di lui. Come i suoi vecchi allievi che raccontano aneddoti e la condivisione di serate teatrali in cui venivano coinvolti per gustare le novità della scena contemporanea, per conoscere nuovi artisti o semplicemente per parlare di teatro. Ti siede accanto quando con malinconia percepisci quella curiosità capace di coinvolgere e lasciare un segno che troppi docenti oggi non hanno. Ti siede accanto, battendo la strada nei suoi pezzi critici, pungenti e attenti. Scritti per indagare, scavare in un’ottica dell’agire e del farsi carico per migliorare, dal basso verso nuovi orizzonti, o dal piccolo, tenendo conto dei più fragili in una visione pasoliniana tanto lontana dal nostro oggi, quanto mai necessaria. Elisabetta Mancini