a1n2kantorMilano – E’ fresco di ristampa Tadeusz Kantor – Il teatro della morte, nell’edizione aggiornata di Ubulibri, la quarta dal 1979. La nuova uscita, che cade in coincidenza del decennale della morte del regista polacco, ripropone i materiali raccolti e presentati da Denis Bablet, uno dei maggiori studiosi di Kantor.

Il libro, divenuto ormai un classico, raccoglie una serie di scritti – così avverte il curatore – ma non è un libro su Tadeusz Kantor. Comunque sia, in 303 pagine (lire 35.000) il volume racchiude la complessa figura di un artista che, come pochi, ha contribuito alla trasformazione della scena contemporanea.

Pubblicato nella collana “I libri bianchi”, Il teatro della morte prende il titolo dall’ultimo manifesto di Kantor, che coincide con la creazione dello spettacolo La classe morta. Due eventi che <<costituiscono un momento capitale nella sua opera – spiega Bablet – e in certo senso segnano un superamento del suo lavoro precedente>>. E’ questo il motivo della scelta di tale titolo.

Dopo il saggio introduttivo del curatore, questa raccolta di scritti procede nell’opera kantoriana a partire dalle prime esperienze all’inizio degli anni 40, “Il teatro indipendente (1942-1944)”, per passare, attraverso “Il Teatro Cricot 2” e “Alle frontiere della pittura e del teatro”, al capitolo dedicato allo “Svolgimento dell’azione”. Si arriva quindi ai manichini con “Il teatro della morte” e proseguendo verso la fine si entra nel “Baraccone” per chiudere con alcune note su “L’artista”, prima degli “Ultimi spettacoli”, Wielopole-Wielopole, Crepino gli artisti e Aujourd’hui c’est mon anniversaire (Kantor è morto l’8 dicembre del ’90, dopo la prova generale di quest’ultimo spettacolo)