a1n4gabbRoma – L’allestimento conclusivo del laboratorio teatrale di Giancarlo Nanni su Il Gabbiano di Anton Cechov (completa il titolo: Ovvero “Quanta strada ha fatto Cechov per arrivare a Yokohama?”) è in scena in questi giorni e fino al 30 aprile al Teatro Vascello di Roma.
Il testo, descrivendo la società russa di fine Ottocento, si mostra in tutta la sua attualità attraverso le storie, le passioni e la noia di vivere dei personaggi – dichiara Nanni che oltre alla regia dello spettacolo firma anche la traduzione e l’adattamento. <<C’è un centro nascosto in Cechov – prosegue il regista – nella sua visione delle cose umane, che fa pensare ad un’allegra malinconia. Ma anche ad una determinata libertà strutturale, che permette di entrare nel mondo descritto e di abitarlo come fosse un altro pianeta, denso di significati profondi e segreti>>.
La storia di Irina (interpretata da Manuela Kustermann, che insieme a Nanni dirige il Vascello), ricca e famosa attrice, e del suo amante Trigorin, affermato scrittore, si intreccia a quelle del figlio di Irina, Kostantin, che aspira a diventare scrittore, e di Nina, la sua ragazza, la quale mentre sogna di divenire attrice si innamora di Trigorin. Emergono da qui due temi dell’opera cechoviana, messi a fuoco nel laboratorio di Nanni, il problema della creazione artistica e il conflitto tra generazioni. L’insoddisfazione domina l’agire dei quattro personaggi: i due giovani non crederanno ai propri sogni realizzati, mentre gli altri due più anziani parteciperanno alla distruzione di quelle illusioni.
Nel Gabbiano circola un’energia vitale – dice Nanni – che, insieme al tempo che lo scandisce, ha una dimensione di sogno. Così i tragici accadimenti sono rallentati e sospesi.
Nei prossimi mesi lo spettacolo toccherà con una tournée internazionale, anche Kiev, Mosca (Teatro Taganka), Il Cairo, New York (LaMaMa Experimental Theatre Club) e Buenos Aires.