CARTE VISCONTIANE ALL’ISTITUTO GRAMSCI

a1n19vag4Roma – Collaboratrice e amica di Luchino Visconti, Suso Cecchi D’Amico è stata l’artefice dell’ingresso del Fondo Luchino Visconti presso la Fondazione Istituto Gramsci. Nel 1978 la sceneggiatrice parlò con l’allora direttore del noto Istituto, Franco Ferri, che con il regista aveva condiviso la militanza nel gruppo degli antifascisti romani, la possibilità di raccogliere in quella sede i materiali viscontiano appare come scelta che rifletteva l’identità politica di Luchino Visconti, anche se non una volontà testamentaria.
Si deve arrivare però al 1989 – dopo la redazione di un elenco sommario da parte di Caterina D’Amico e Bruna Conti, attuale responsabile del Fondo – per l’atto notarile che dona formalmente il Fondo all’Istituto Gramsci, per volontà di Uberta Visconti, sorella del regista.
Il materiale che compone il Fondo Luchino Visconti, diviso in dieci serie, è composto da manoscritti, copioni di lavoro, materiale iconografico relativo all’attività di regista teatrale e cinematografico, che ricostruiscono quasi per intero 35 anni di lavoro e di vita.
10.000 sono i documenti cartacei originali, di cui 5.000 lettere (quasi tutte ricevute), 180 tra copioni, riduzioni, soggetti, scalette, sceneggiature, insieme a contratti e materiale amministrativo, calendari di lavorazione, dialoghi, appunti e altro.
12.000 sono le immagini, a colori e bianco-nero, per la maggior parte fotografie di set, di sopralluoghi, di allestimenti, di prove, di spettacoli, alle quali si aggiungono bozzetti di scena, schizzi di movimenti di scena, acquerelli, tempere, disegni.
L’attività del regista è documentata dalla corrispondenza di lavoro che permette di ricostruire la metodologia e la storia delle diverse realizzazioni, anche attraverso le voci delle persone (scenografi, registi, produttori, costumisti, maestri concertatori, interpreti, fotografi) che collaborarono alla realizzazione dei suoi film.
In particolare, per il “teatro lirico” è composto da 20 fascicoli che riguardano gli altrettanti spettacoli realizzati dal 1954 al 1973, mentre il “balletto” contiene i due spettacoli realizzati Mario e il Mago (1956) e Maratona di danza (1957). Sul “teatro di prosa” esistono 45 fascicoli, relativi agli spettacoli realizzati, in diverse versioni, tra il 1936 e il 1973; 8 sono i fascicoli delle opere non realizzate.
Sul “cinema” alla Fondazione sono presenti dai primissimi lavori (1930 – 1936) fino a L’Innocente (1976) e nella sua completezza comprende anche opere o episodi mai realizzati. La sezione “scritti” ospita la traduzione manoscritta autografa del romanzo di Green Adrienne Mesurat, che il regista avrebbe voluto portare sullo schermo; due racconti dattiloscritti, senza titolo; qualche pagina di diario di viaggio; una traccia autobiografica; la scaletta di un romanzo, intitolato I tre; il dramma Il gioco della verità; il racconto Il cappello di paglia; i primi capitoli del romanzo interrotto Angelo, pubblicato nel 1993 da Gallimard a cura di René de Ceccatty.
I “manoscritti” sono 124, tra soggetti, sceneggiature e manoscritti sottoposti all’attenzione di Visconti, ordinati dal regista in ordine alfabetico.
L’archivio ospita anche documenti per la costituzione delle compagnie teatrali “Compagnia Italiana di Prosa” e “Gruppo del Teatro Libero” e progetti che non videro mai la luce: 2 spettacoli di melodramma Poliuto e Tristano e Isotta; 8 spettacoli di prosa Le Mosche, I vincitori, Orlando Furioso, The country girl, La rosa tatuata, La gatta sul tetto che scotta, Sei personaggi in cerca d’autore, una seconda edizione di Troilo e Cressida; 24 film, dei quali a volte restano le sole scalette o il soggetto (Maria Tarnowska, Disordine e dolore precoce), a volte invece le sceneggiature finite (Cronache di poveri amanti) accompagnate da altre notizie documentarie.