Leach sta sviluppato l’idea di un musical sul Santo di Assisi da oltre un decennio, da quando visitando la città rimase folgorato dalla vicenda di san Francesco. Inizialmente avrebbe voluto allestire lo spettacolo a Broadway, ma il terremoto del 1997 lo indusse ad agire direttamente ad Assisi, finanziando non solo la produzione del musical, ma anche la costruzione di un nuovo teatro.

Il nuovo edificio, che si chiamerà Lyrick Theatre, sorgerà sulle vestigia di una fabbrica in disuso, alle spalle della Basilica di Santa Maria degli Angeli e avrà una capienza di mille posti, con cinque settori differenti (per prezzo, evidentemente).

In tutto questo, al Comune di Assisi, che ha stabilito una concessione d’uso per 27 anni con Leach, resterà la proprietà dell’ex capannone industriale.

Il progetto, affidato per la realizzazione a Fabrizio Celestini e Andrea Maia di Promnibus, prevede il coinvolgimento di un gruppo creativo, nel quale compare il nome di Vincenzo Cerami. All’autore de La vita e bella di Benigni è stata commissionata la stesura del testo, mentre la regia sarà di Elijah Moshinsky e le musiche saranno firmate dal compositore canadese Benoit Jutras.

Francesco, il musical dopo il debutto pasquale è previsto che rimanga in scena per molti anni. Secondo i calcoli di Leach, la città di san Francesco che attualmente è meta di 6 milioni di pellegrini ogni anno, nel Giubileo sarà raggiunta da 13 milioni di persone. Questo dato, stando ancora alle previsioni di Leach, dopo il 2000 dovrebbe attestarsi intorno a 8 milioni di presenze l’anno. Per l’imprenditore Usa, Assisi si conferma un punto d’attrazione per il turismo religioso, una grossa fetta del quale potrebbe essere convogliato nella sala del Lyrick Theatre. A questo proposito il gruppo organizzativo si sta occupando di stabilire dei rapporti con il territorio, oltre che di fissare prezzi del biglietto d’entrata in grado di raccogliere anche il visitatore meno abbiente.

Se le previsioni sui flussi turistici dovessero confermarsi reali, il business italiano di Leach si dimostrerebbe più redditizio di quello che avrebbe potuto mettere in piedi a Broadway. E di questo, in barba alle timidezze imprenditorial-culturali italiane, si dichiara convinto Richard Leach.