MODI E MEZZI DI RICOGNIZIONE SUL CONTEMPORANEO

06.09.2000 | Tuttoteatro.com
Organizzata da Art'o, si svolgerà a Bologna la sette-giorni "Il teatro senza il teatro ovvero pratiche della comunicazione teatrale". Dall'8 al 15 settembre, attraverso la parola di artisti e operatori, libri, riviste, video e internet si "ricostruisce" l'attuale movimento
a1n21fes1tnBologna – <<Il teatro italiano istituzionale è in crisi d’identità, mentre il teatro chiamato finora “di ricerca” vive una stagione creativa particolarmente felice… diverse generazioni di innovatori si confrontano fino a comporre un panorama vario di quello che possiamo definire il teatro contemporaneo italiano…Differenti sono le pratiche, le poetiche, le capacità di resistenza e di invenzione in un mercato e in un sistema sostanzialmente conservatori>>.
Sono questi i presupposti dai quali scaturisce “Il teatro senza teatro ovvero pratiche della comunicazione teatrale”, il viaggio nel teatro contemporaneo, attraverso libri, riviste, video e Internet, ideato da Art’o (la rivista di cultura e politica delle arti sceniche diretta da Gianni Manzella), che si svolgerà a Bologna nell’ambito della Festa nazionale dell’Unità.
<<Tale fervore – spiegano ancora gli organizzatori – sta inducendo un nuovo fiorire di riviste, attività editoriali, di informazione e di comunicazione con mezzi tradizionali o con i nuovi media>>. Questo movimento si racconterà, nei quattro incontri e un laboratorio (dall’8 al 15 settembre), attraverso la parola dei protagonisti, artisti e operatori. Lo scopo della sette-giorni è anche quello di riflettere su <<come le poetiche e le pratiche artistiche si confrontano con gli aspetti politico organizzativi del “sistema teatrale”, con un approfondimento sul ruolo che svolgono i mezzi di comunicazione per la conoscenza e la promozione del teatro contemporaneo>>.
Il teatro che si tenterà di “ricostruire” è quello che <<si sta staccando dai santuari chiusi e sempre di più diventa l’unico teatro dotato di un senso, di una necessità, di una capacità di affrontare – concludono gli organizzatori – le ferite scoperte del nostro vivere contemporaneo>>.