Roma – Nell’ambito del suo progetto “Sentieri teatrali”, O Thiasos-TeatroNatura presenterà Demetra e Persefone tratto ed elaborato dall’Inno Omerico a Demetra del IX secolo a.C..
Promosso dall’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma ed inserito nell’Estate Romana 2000, lo spettacolo nasce dal lavoro di coinvolgimento del pubblico nello spazio naturale, proponendo “un’immersione sensoriale” nella natura.
Ideato e interpretato da Francesca Ferri, Maria Mazzei e Sista Bramini e scritto da quest’ultima, il sentiero-teatrale sarà ambientato all’aperto, nello spazio naturale del Parco del Pineto, e si svolgerà dal tramonto all’imbrunire dal 7 al 15 luglio (alle ore 19.00).
Il trascolorare della luce verso la notte – spiegano le tre attrici – trasforma il luogo e chi, ascoltando o agendo teatralmente, lo abita. La ricerca quindi ruota intorno alla fusione tra caratteristiche acustiche e visive del luogo (ma anche olfattive e tattili) e voce, movimento, immagine di chi agisce. Anche Demetra e Persefone, come tutti gli spettacoli di O Thiasos-TeatroNatura non si avvale di luci artificiali né di palchi, senza alcun ausilio di materiale fonico.
Attraverso il racconto itinerante del mito che celebra la nascita delle stagioni e del tempo ciclico, attraverso il canto della polifonia contadina che con quel tempo si fonde, attraverso i colori del tramonto, i profumi dell’erba sprigionati dall’aria del crepuscolo e mentre la notte <<ci rapisce>> – proseguono le attrici -, il pubblico è consegnato a un’intima vastità del sentire.
Si tratta di un’intensificarsi dell’ascolto e di un ampliamento del corpo percettivo, in sostanza – dicono le tre – di un allargamento dell’anima. Qualcuno chiama questo movimento espansivo anima mundi. Se in una serata è impossibile viaggiare attraverso le stagioni, il tempo ciclico può essere evocato dal passaggio dal giorno alla notte che mette lo spettatore davanti a questo alternarsi naturale.
<<Dice tanto chi dice sera>>, canta Hoffmansthal, e noi vorremmo viaggiare con un piccolo gruppo di spettatori-testimoni – concludono le tre attrici – alla ricerca di un punto di contatto personale con il mondo vivo che ci circonda.