a1n7montpe1Roma – Se a Cannes non si vedranno film italiani, al Festival internazionale di Montpellier Danse, le presenze italiane abbonderanno. Esterna tutta la sua soddisfazione Monique Veaute, direttore generale della Fondazione Romaeuropa, in occasione della presentazione della quinta Piattaforma della danza contemporanea italiana che sarà ospitata, per l’appunto, all’interno del prestigioso festival francese dedicato alla danza.
Nata nel 1995 con l’intento di promuovere all’estero, ma anche nella stessa Italia, la più recente produzione della danza d’autore italiana (la prima edizione si svolse a Roma, per poi passare a Firenze nel ’97, a Palermo nel ’98 e a Reggio Emilia lo scorso anno), la Piattaforma è diventata in questi anni una delle attività di maggiore impegno per Romaeuropa.
Ma la presenza italiana a Montpellier non si limita alla sola programmazione di Romaeuropa. Il direttore del festival, Jean-Paul Montanari, scegliendo per questa ventesima edizione di gettare l’occhio verso Sud ha messo in cartellone spettacoli, provenienti da Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, con qualche attenzione anche all’Africa. Così, nel programma di Montpellier Danse, che si svolgerà dal 20 giugno al 9 luglio intorno alla domanda Le Sud c’est moderne!?, compaiono accanto a Lucinda Childs e Jan Fabre, <<due grandi testimoni della modernità>> – li definisce Montanari – Mauro Bigonzetti con l’Aterballetto (con una riduzione del lavoro sulla Divina Commedia di Dante, Comoedia canti), Monica Casadei con Antonio Ligabue, Adriana Borriello con Tammorra e Michele Pogliani con Tangram.
Invece, per la due-giorni della Piattaforma italiana di danza e performance Romaeuropa porterà a Montpellier (il 29 e 30 giugno) Ganimede Show con Le Supplici, coreografia di a1n7montpe2Fabrizio Favale; Wee con Daddy always wanted me to grow a pair of wings di Francesco Scavetta (che ha fondato questa compagnia ad Oslo); Travirovesce con G.E.D.CO.C.S. (II parte, in 4) di Maddalena Scardi; Sistemi dinamici altamente instabili con Sintonazione di Alessandra Sini; MK con e-ultra di Michele Di Stefano; e Kinkaleri con Esso di Matteo Bambi. In merito a quest’ultimo inserimento è interessante sottolineare che all’inizio il gruppo fiorentino avrebbe dovuto rientrare nella programmazione ordinaria del festival, posizione poi perduta “a causa” dell’impossibilità di ricondurlo ad un genere preciso. Stando a quanto dichiarato da Cristina Rizzo di Kinkaleri la partecipazione alla Piattaforma quest’anno è stata vissuta come un ripiego, uno sgradevole boccone da ingoiare. E’ significativo che i lavori dei nuovi gruppi, quelli creati sulla sperimentazione e la molteplicità dei linguaggi, trovino difficoltà di collocazione in zone più “ufficiali” per lo spettacolo dal vivo non solo in Italia.