Bari – “Fronte del porto” è il titolo della rassegna, organizzata al Teatro Kismet OperA di Bari, che raccoglie i lavori di alcuni tra i gruppi italiani più significativi della nuova scena. Dal 30 marzo al 4 aprile, il festival, inserito nell’ambito della stagione teatrale del Kismet “Dello spazio e del coraggio”, presenterà sei spettacoli costruiti sulla ricerca di nuovi linguaggi.

Ad aprire il programma saranno i Motus, che proporranno in prima nazionale il nuovo spettacolo Orpheus’ Glance. Con la regia di Enrico Casagrande, la compagnia di Rimini qui compie un’indagine sul mito di Orfeo, dedicandola a Jean Cocteau e a Nick Cave, che considerano un Orfeo vivente. In un luogo scenico pensato come una “membrana onirica”, lo spazio familiare si squarcia svelando frammenti di altri mondi, come fossero flash-back cinematografici.

Il 31 marzo sarà in scena Quelle histoire, dove segni e colori di fiabe svelano una storia che si ricompone attraverso una trama di parole e di gesti. Clelia Moretti, Bianca Papafava e Anna Redi, interpreti e autrici dello spettacolo sono due sorelle e una sorellastra che in un castello incantato si amano e si odiano, costruendo relazioni immaginifiche e comiche.

“Fronte del porto” proseguirà il 1° aprile con Io non mi ricordo niente di Davide Iodice e Mauro Maggioni, che qui vogliono dedicare un funerale al teatro, che – si dice – sia morto. Dal teatro escono, allora, uomini e donne, attori e attrici stremati che si alternano nell’officiare un rito funebre e che combattono un destino già scritto.

Bianca Papafava, questa volta sola, il 1° aprile, interpreterà il suo Trampolino, in un campo di mele, dove la danza e le azioni sono memorie di sogni, immagini e aspettative che si scontrano con l’esperienza reale. Marco Manchisi – La Dama Bianca alla rassegna barese (il 2 aprile) riproporrà La corona sognata, un’interessante rilettura compiuta dall’attore-regista sul Macbeth di Shakespeare. E infine Fanny & Alexander torneranno nel teatrino anatomico di Ponti di core (il 3 aprile), nel quale i due interpreti narreranno la storia di Dorotea e Cipresso e delle loro morbose liturgie, con cuori estratti dal petto, coltivazioni di fiorellini da cimitero e grilli dorati.